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martedì 26 giugno 2012
rischio tumori : Lettini e lampade abbronzanti
Lettini e lampade abbronzanti aumentano il rischio di tumori meglio il sole
Lettini solari al bando, o quasi. Sono cancerogeni. E' questo l'allarme lanciato dall'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). E' caduto quindi, per lampade abbronzanti quel "probabilmente cancerogeni" della classificazione risalente al 1992.
"L'uso di lettini solari è cancerogeno e causa melanomi alla pelle e agli occhi", ha riferito Vincent Cogliano, il ricercatore che ha condotto gli studi. Il rischio di melanoma, il cancro della pelle, aumenta fino al 75 per cento quando l'uso di lampade abbronzanti inizia prima dei 30 anni, secondo lo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista "The Lancet". In Italia, ad esempio, si registrano ogni anno circa 7.000 morti a causa del melanoma e i nuovi casi sono cresciuti del 15% rispetto a 10 anni fa, quando il melanoma era un tumore raro.
Da sottolineare che, tra i ragazzi, si sta diffondendo una pratica nociva che può provocare dannose conseguenze: la Tanoressia. Con questo termine si indica la vera e propria ossessione per le lampade e le docce solari che garantiscono tutto l'anno un'abbronzatura invidiabile.
Per i ricercatori l'esposizione ai raggi ultra-violetti sarebbe paragonabile agli effetti di fumo, arsenico e amianto. Tanto che Vincenzo Cogliano puntualizza: "Se sentiamo il bisogno di abbronzarci completamente il mio consiglio non è ricorrere alle lampade, ma farlo all'esterno". Il sole rimane il riferimento migliore per l'abbronzatura, con tutte le precauzioni che conosciamo.
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Nonostante si tratti di una patologia che colpisce 3 italiani su 10 e ben il 20% degli adolescenti, di Tanoressia si sente parlare poco.
La Tanoressia è una vera e propria malattia psichica che, alla stregua dell’Anoressia, non permette a chi ne è affetto di vedersi come realmente è quando si guarda allo specchio. Se nel caso dell'Anoressia il problema è che non ci si vede mai abbastanza magri, nel caso della Tanoressia non ci si vede mai abbastanza "scuri" e abbronzati.
Il termine, coniato dall’Università del Texas, deriva infatti da "tan" –tanning- abbronzatura.
Chi soffre di questo problema generalmente evita accuratamente le zone d’ombra, non adopera protezioni per il sole e, in inverno, è un cliente affezionato dei solarium.
Le persone sofferenti di tanoressia sono generalmente molto giovani, di età compresa tra i 16 e 40 anni, adolescenti, magri/e e residenti nel Nord Italia: questi i risultati di una ricerca che ha coinvolto 4.000 persone.
L’anoressico "DOP" non si preoccupa di eventuali problemi dermatologici dovuti all’intensa esposizione al sole, ma si preoccupa molto di più, al tal punto di sviluppare una vera e propria forma di ansia, se non ha la possibilità di stare al sole anche solo per un giorno.
Secondo il dermatologo di Ravenna, Matteo Cagnone, il disturbo è «una dispercezione corporea. Come l'anoressico non si vede mai abbastanza magro, il tanoressico ritiene di non essere mai sufficientemente abbronzato, un eccesso che porta alla dipendenza da abbronzatura».
A suo avviso, sono implicati anche altri fattori come la luce che influisce sul tono dell’umore attraverso l’ormone serotonina «Il tanoressico non è mai soddisfatto del proprio aspetto e l'esposizione continua alla luce diminuisce l'ansia, migliorandone il tono dell'umore» continua Cagnone.
Chi ritiene di soffrire di tale malattia dovrebbe consultare il proprio medico curante ed eventualmente rivolgersi a uno psicologo.
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