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mercoledì 26 maggio 2010

Gli omega 6 sono degli importanti acidi grassi ...

 

Omega 6

Gli omega 6 sono degli importanti acidi grassi che svolgono una benefica azione sul nostro cervello e prevengono le malattie cardiovascolari.


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Sempre più sovente si sente parlare degli acidi grassi Omega 3 e Omega 6, si tratta di una grande famiglia di acidi grassi polinsaturi, la cui più grande peculiarità è quella di non poter essere sintetizzati dal nostro organismo, dunque è necessario introdurli attraverso la dieta corretta e ricca di particolari alimenti che andremo di  seguito a vedere.
In linea generale è possibile dire che sia gli Omega 3 che gli Omega 6 svolgono nel nostro organismo diverse azioni tra cui le più note e importanti sono a livello antiinfiammatorio.

Da ricordare che gli acidi grassi Omega 6 collaborano o meglio agiscono in modo sinergico con gli Omega 3 nel nostro organismo ecco perché è importante, e lo ribadisco, avere una dieta varia e bilanciata.

Tra gli acidi Omega 6 più conosciuti e studiati ricordiamo:
  • Acido linoleico
  • Acido linoleico coniugato (CLA)
  • Acido arachidonico (precursore delle prostaglandine)
Quali sono le fonti vegetali di Omega 6?
  • Noci
  • Cereali, compresi quelli integrali
  • Oli (girasole, lino e mais spremuti a freddo.)
  • Piante: Borrago officinalis (borragine) e Oenothera biennis (Primula notturna)


Quali sono le fonti animali di Omega 6?

  • Latte materno
  • Piccolissime dosi in alcune carni (pollo, bovino, latte) e uova
Ecco di seguito una tabella più precisa.
ALIMENTI OMEGA6
OLI VEGETALI SPREMUTI MECCANICAMENTE
10 gr. olio di semi di mais 5 gr
10 gr. olio di semi di sesamo 4.5 gr
10 gr. olio di semi di soia 5 gr
10 g di olio di semi di lino o 40 grammi di semi di lino 1.4 gr
10 g di olio di germe di grano 5 gr
10 g di olio di oliva 1 gr
FRUTTA SECCA
20 grammi di noci sgusciate (5 noci medie) 5 gr
10 grammi di arachidi, pistacchi o mandorle 1 gr
LEGUMI
100 grammi di ceci in scatola 2 gr

Funzioni nell’organismo
Gli Omega 6 svolgono come anticipato diverse azioni, tra cui una delle più importanti è a livello celebrale. Infatti, è stato dimostrato che se il bimbo ha una dieta priva di questi acidi, durante i primi anni di vita, possono esserne compromesse o inficiate alcune funzioni cognitive, o problemi a carico della vista.
Tra le altre funzioni gli omega 6 svolgono una forte prevenzione a favore delle malattie cardiovascolari, infatti, la dieta mediterranea che ha un ottimo bilanciamento tra grassi omega 3 e Omega 6, è la riprova della sua rilevanza preventiva nei riguardi della salute del cuore e del sistema circolatorio più in generale, grazie a un ridotto contenuto di carni a favore di una alta quota di pesce (ricchissimo in Omega 3) e un ottimo quantitativo di olio, verdure e frutta di stagione, e un moderato consumo di vino.


Quali sono i sintomi da carenza degli acidi grassi Omega 6?
Secchezza della pelle, astenia, difese immunitarie scarse, sterilità e ritardo della crescita.

Che cosa fare per assicurarsi una dose corretta di questi acidi grassi?
Per introdurre una giusta quantità di omega 6 è necessario avere una dieta varia, in cui la carne sia presente ma non in modo eccessivo, in cui prevalga il pesce, almeno tre volte la settimana, ricca di insalate magari integrate con gherigli di noce e alternate come condimento oltre che dall’olio di oliva anche da gli oli sopra indicati, tanta frutta e verdura nell’arco della giornata, e un bicchiere di vino a pasto.
Pane, pasta e tutte le altre fonti di cereali non dovranno mai mancare, nel giusto rispetto dei quantitativi in funzione dei reali bisogni personali, considerando all’interno della settimana anche il loro consumo in forma integrale.


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Assorbenti interni ...



Assorbenti interni

Gli assorbenti interni sono dei tamponi solitamente in cotone che una volta inseriti danno la sensazione di non averli indossati. Sono comodi per le sportive e per quando si va al mare o in piscina.


 Assorbenti interni

L’assorbente interno è un piccolo e stretto dispositivo atto ad assorbire il sangue del flusso mestruale, solitamente è composto di cotone o di altri materiali assorbenti, come ad esempio il Rayon. È indiscutibilmente molto comodo rispetto a quello esterno, pratico per gli sportivi o  per andare al mare o in piscina, o per fare qualsiasi attività particolarmente movimentata. Infatti ha la caratteristica fondamentale di rimanere, una volta inserito, molto fermo e si ha la sensazione di non averlo indosso, ed essendo interno, lascia molto meno traspirare gli odori.

Come sono fatti
Gli assorbenti interni sono composti essenzialmente di fibre di cellulosa (come il Rayon), viscosa o cotone, sono decisamente sconsigliati dunque a chi soffra di allergie a questi tipi di fibre. Questi materiali vengono poi trattati in un processo di sbiancamento, dovuto esclusivamente alla necessità di eliminare le impurità delle fibre e rendere il prodotto migliore, utilizzando una minore quantità di materia prima e salvaguardando così l’ambiente. La lunghezza degli assorbenti può variare ma la forma è essenzialmente la stessa: quella di un cilindro arrotondato.
Sono incartati singolarmente, insieme all’applicatore, in confezioni di plastica per garantire una migliore pulizia al prodotto sebbene non sia sterilizzato.

Ognuno di essi ha poi una cordicella
che dopo l’applicazione deve rimanere esterna per poter rimuovere poi l’assorbente, quando ce ne è bisogno, in maniera più comoda e rapida.

Gli applicatori aiutano la donna ad inserire l’assorbente senza usare le mani, riducendo così il rischio di introdurre batteri che potrebbero provocare  irritazioni o vere e proprie infezioni. Questo strumento è solitamente di carta o plastica ed è costituto da un tubo più grande e uno più stretto, quello maggiore ha una superficie liscia e ha una punta arrotondata per un inserimento più agevole. Il meccanismo su cui si basa è di tipo telescopico – cioè il funzionamento è dovuto a due elementi di forma tubolare che scorrono uno dentro l’altro. Esistono poi degli applicatori che hanno una forma a stella che si apre su una fine rotonda.



Tipologie
Esistono assorbenti per ogni tipo di flusso e la loro dimensione varia proprio in relazione al loro grado di assorbenza. Questa è sempre indicata sulla confezione, di solito con diciture del tipo: mini, regular, super, ultra, di comune uso e diffusione anche per gli assorbenti esterni. A volte, a seconda della tipologia, cambia anche la dimensione dell’applicatore, che naturalmente si deve adattare alla grandezza del tampone. Ecco uno specchietto riassuntivo dei vari tipi di assorbenze:
  • Mini: Vengono usati per flussi molto leggeri e per questo sono piccoli e hanno anche un applicatore di misura molto ridotta. Possono assorbire fino a 6 grammi.
  • Regular: per i flussi medi, spesso usati nei giorni intermedi del ciclo mestruale. Sono in grado di assorbire dai 6 ai 9 grammi.
  • Super: Ideali per le donne che hanno un flusso abbondante. Il grado di assorbenza oscilla tra i 9 e i 12 grammi.
  • Ultra o Super Plus: per chi ha un flusso decisamente abbondante, indicati soprattutto per essere utilizzati nei primi due giorni del ciclo. Assorbenza tra i 12 e i 18 grammi a seconda delle marche.
Se avete bisogno di qualche consiglio su quale grado di assorbenza scegliere per il vostro ciclo mestruale, molti siti delle ditte produttrici mettono a disposizione alcuni test da poter fare on-line.



Consigli per un utilizzo corretto
Un corretto utilizzo degli assorbenti interni è essenziale per evitare di incorrere in fastidi o problemi, che in rarissimi casi posso divenire anche seri. Di seguito alcuni suggerimenti, anche se  è d’obbligo leggere con attenzione il foglietto illustrativo che ogni confezione contiene al suo interno.

Innanzitutto il tampone va inserito del tutto nella vagina, ad eccezione della cordicella che, come già detto precedentemente, ha la funzione di far rimuovere l’assorbente rapidamente e semplicemente tirando. Prima di iniziare l’inserimento bisogna lavarsi abbondantemente le mani, poi è consigliato mettersi, almeno per le prime volte in cui si adopera, in una posizione comoda che sia essa distesa o in piedi, in modo da rilassarsi e non contrarre i muscoli cosa che renderebbe più difficoltoso il tutto.

Da ricordare poi che il tampone deve essere sostituito, o comunque rimosso, al massimo dopo 8 ore dall’inserimento (possibilmente anche molto più frequentemente) e se si ha un flusso particolarmente abbondante o nel caso non si possa sostituire spesso il tampone, per evitare fastidiose perdite, è consigliabile indossare anche un salva slip. Potete andare tranquillamente in bagno anche indossando un assorbente interno, l’unica accortezza è semplicemente quella di spostare la cordicina avanti o indietro. Se inserito correttamente esso non scivolerà via da solo, infatti i muscoli della vagina, che sono molto elastici, gli permetteranno di rimanere ancorato e inoltre assorbendo il flusso mestruale ne permetterà e favorirà la continuazione.

Un altro consiglio è di usare un tipo di tampone con un grado di assorbenza in meno rispetto a quello del proprio flusso, o comunque al limite, e di non usarlo in nessun caso al di fuori delle mestruazioni, né per assorbire fastidiose perdite né in previsione dell’arrivo del flusso.

È consigliabile infine, almeno una volta al giorno, di usarne uno esterno (la notte potrebbe essere il momento più consono).



Eventuale rischio
E’ da segnalare che l’uso di questo tipo di assorbenti può, esclusivamente in rarissimi casi, causare la Sindrome da Shock Tossico, nota come TSS, malattia causata da un infezione batterica (precisamente quella dello Staphylococcus aureus presente normalmente nella vagina) che in casi estremi può portare addirittura alla morte. I sintomi che possono presentarsi, durante il ciclo o subito dopo, sono: febbre molto alta, diarrea, eritemi, irritazioni cutanee, senso di vertigini e svenimento. Non è detto che essi si presentino tutti insieme e che siano facilmente riconoscibili, dunque se si presentano sintomi sopradescritti, o altri anomali e inusuali è importante rimuovere subito il tampone e rivolgersi ad un medico.

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Lavare e tenere in ordine il frigorifero ...


 
Lavare e tenere in ordine il frigorifero

Il frigorifero va lavato periodicamente e tenuto in ordine il più possibile per mantenere integri gli alimenti ed evitare ogni possibile contaminazione tra di loro.


È molto bello quando si torna a casa la sera, aprire il frigorifero e trovare al suo interno tutto ciò che ci serve per preparare la cena per noi e il resto della famiglia, ma a volte può capitare che l’immagine non sia esattamente positiva.
Alimenti posti alla rinfusa, pulizia non al 100%, formaggi con strane colorazioni in agguato, verdure mollicce che non ispirano neanche per il compost e magari un lieve sottofondo odoroso non esattamente invitante.
Bene, come in primavera si approfitta per fare il cambio di stagione, allo stesso modo periodicamente va assolutamente pulito il frigorifero, esattamente come si dedica tempo alla manutenzione di altri elettrodomestici, con la differenza che per il frigo va posta maggiore attenzione visto che ospita cibo!
Procuratevi allora acqua, aceto, bicarbonato di sodio e un panno o una spugnetta morbida.
Per una pulizia approfondita, dedicate almeno trenta minuti.




Quando pulire il frigorifero?
  • Prima e dopo un trasloco
  • Una volta al mese come manutenzione ordinaria
  • Se si va a vivere in una casa per un certo periodo di tempo (ad esempio casa in affitto per le vacanze estive)
  • Prima di partire per lunghe vacanze (per lasciarlo in ordine e pulito)
  • Dopo l’acquisto di un frigo nuovo

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Come pulire il frigo
Prima di tutto non dimenticate il congelatore, periodicamente va fatto sbrinare! Prima di effettuar qualsiasi pulizia, compresa quella mensile ricordatevi di staccare sempre la spina.
  • Svuotare il frigo compresi i cassetti per le verdure o la frutta, i portauovo, portabottiglie e tutti gli scomparti presenti.
  • Bagnare il panno o la spugna nell’acqua tiepida dopo averci versato una tazza di aceto, o una tazza colma di bicarbonato di sodio. Passare ora con il panno, piano per piano, avendo cura di pulire anche le pareti e il soffitto del frigo.
  • Dopo la prima passata, ripassare il panno bagnato solo con l’acqua e asciugare molto bene con carta da cucina per non lasciare tracce di umidità, assolutamente poco indicate, poiché possibili fonti di >muffe.
  • I ripiani se vi è più comodo, sarebbe meglio toglierli tutti e lavarli sotto l’acqua corrente tiepida direttamente nel lavandino.
Terminata la pulizia riponete in ordine tutti gli alimenti, aiutatevi con i contenitori, che serviranno a tenere separati tra loro la carne, dal pesce, dalla frutta.

Se dovete partire per le vacanze sarebbe opportuno svuotare completamente il frigo, sbrinare il freezer e staccare la spina, lasciando lo sportello aperto, è un risparmio di corrente!

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Come vanno riposti gli alimenti?
Approfittate della pulizia del frigo per capire la reale esigenza dei diversi contenitori, tenendo presente che i vari tipi di cibo andrebbero separati in base alle caratteristiche merceologiche,  per evitare la famigerata “contaminazione crociata”, ovvero il possibile incrocio tra batteri provenienti da alimenti diversi, come quelli della carne di pollo (salmonella) con quelli della verdura o frutta.
  • Per i formaggi è obbligatorio, per ragioni di odore, conservarli sempre separatamente dal resto, a meno che no si tratti di ricotta o mozzarelle confezionate.
  • Tenete separate anche la verdura cotta da quella cruda.
  • Per le date di scadenza, cercate di mettere davanti ad esempio gli yoghurt che scadono prima e più arretrati quelli con scadenza successiva.
Se avete problemi di memoria, meglio allora attaccare dei post-it sul frigo con gli alimenti che stanno per scadere e un bigliettino con la prossima data per pulire il frigo, insomma il vostro prossimo appuntamento di manutenzione!

Buone pulizie a tutti!


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lunedì 24 maggio 2010

domusfat: Tisana depurativa...

domusfat: Tisana depurativa...

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mercoledì 19 maggio 2010

Interventi chirurgici per dimagrire ....




Interventi chirurgici per dimagrire

Ogni anno sono sempre di più le persone
 che si rivolgono al chirurgo
 per perdere peso e aspirare il grasso localizzato.
 Tuttavia è importante sottolineare 
che la chirurgia bariatrica e la liposuzione
 sono interventi delicati 
che devono essere sempre eseguiti da
 personale medico esperto e qualificato 
e in strutture attrezzate. 
Ma quali sono gli interventi per chi vuole perdere peso?




Quando serve l’operazione

L’operazione di chirurgia per perdere peso ha lo scopo di ridurre l’assunzione di cibo diminuendo la capacità dello stomaco o riducendo l’assorbimento dei cibi da parte dell’intestino.
È riservata alle persone con problemi di obesità per le quali la dieta e l’attività fisica non hanno avuto successo, oppure a chi corre seri problemi di salute per i chili in eccesso.

Al chirurgo la decisione
Ci sono vari tipi di interventi e solo un chirurgo esperto può individuare quale operazione sia più adatta a ciascun caso, perché valuta la situazione clinica della persona: stile di vita, ambiente in cui vive, età, motivazioni.
Prima di sottoporsi all’intervento la persona deve sapere che gli interventi di chirurgia per combattere l’obesità sono complessi e che si possono verificare complicanze. Vanno perciò affrontati seguendo le indicazioni del chirurgo, svolgendo i successivi controlli anche se ci si sente bene.



Tipi di intervento
Gli interventi per dimagrire si suddividono in liposuzione e chirurgia bariatrica. Sono operazioni molto diverse che si eseguono con procedure dissimili e che hanno un diverso modo di agire sull’organismo per ottenere la riduzione di peso.


La liposuzione consiste nell’asportazione del grasso localizzato in eccesso attraverso l’introduzione di cannule negli strati profondi della pelle, a contatto con l’adipe.
Il grasso viene aspirato e i risultati sono visibili immediatamente. Solitamente è un intervento scelto da chi non presenta seri problemi di peso, ma desidera solo eliminare il grasso localizzato (addome, fianchi,glutei e cosce). Di solito l’intervento, in anestesia locale, viene eseguito dopo aver fatto accertamenti medici quali analisi di sangue e urine ed elettrocardiogramma.


La chirurgia bariatrica comprende vari interventi effettuati a livello dell’apparato digerente e ha l’obiettivo di ridurre l’assorbimento delle calorie e delle sostanze nutritive. La persona in questo modo perde peso poco alla volta pur seguendo un’alimentazione quasi normale.
Tra le tipologie di questa chirurgia ci sono:
  • bendaggio gastrico regolabile: viene posizionato un anello di silicone attorno allo stomaco, nella sua parte superiore, in prossimità dell'esofago. Il funzionamento della procedura è che basterà ingerire una piccola quantità di cibo, per riempire completamente la tasca gastrica ed avvertire un precoce senso di sazietà. Si tratta di un intervento mini-invasivo perché viene fatto in laparoscopia.
  • gastroplastica verticale: consiste nella riduzione del volume della sacca gastrica e nel confezionamento di un passaggio ristretto tra la prima porzione dello stomaco e la rimanente, in modo da creare un ostacolo parziale al suo svuotamento. Viene quindi ridotta drasticamente la quantità di cibo che può essere introdotta, provocando un senso di sazietà precoce. 
  • bypass gastrico: consiste nella creazione di una "piccola tasca gastrica" alla quale viene connessa un'ansa intestinale isolata (ansa alimentare). Si crea così una tasca gastrica, grande quanto mezzo bicchiere che può quindi contenere solo limitate quantità di cibo, che prende una nuova strada "saltando" lo stomaco, il duodeno ed il primo tratto dell'intestino tenue che vengono riconnessi all'ansa alimentare.





Magrezza estrema: colpa dei media?
leggi tutto qui :

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Kiwi, prezioso frutto ricco di vitamina C ...

Kiwi, prezioso frutto ricco di vitamina C

Il kiwi contiene un altissima quantità di vitamina C, fibre e vitamina E. Grazie alle fibre è un prezioso alleato per la salute del nostro intestino.



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Il kiwi è un frutto, che porta anche lo stesso nome di un buffissimo uccello di origine neozelandese, la sua peculiarità è indubbiamente il suo altissimo contenuto in vitamina C.
E’ sufficiente consumare un kiwi al giorno per assicurarsi il contenuto di questa fondamentale vitamina per l’intera giornata. Oltre alla prima citata vitamina C è anche ricchissimo in Potassio, in fibre e vitamina E (antiossidante).



Cenni botanici e specie

Dal punto di vista botanico, il nome della pianta che lo produce è l’Actinidia, e ne esistono di diverse tipologie in commercio, infatti, potrete trovare oltre al classico kiwi verde, anche quello con la polpa gialla, ma anche Kiwi a polpa rossa, con buccia color mattone rossastra.
La forma del kiwi, assomiglia ed evoca un pochino quella delle patate, il colore esterno è marroncino, ha una leggera peluria che ricopre tutto il frutto, mentre una volta tagliato, si mostra in tutta la sua bellezza ed originalità, un verde brillante carico di piccoli semi neri.

Il sapore è leggermente acidulo, infatti, molti preferiscono tagliarlo a fette sottili, aggiungere qualche goccia di limone e un cucchiaino di zucchero. In realtà non si dovrebbe aggiungere zucchero alla frutta, poiché per natura già lo contiene.
Altri, lo tagliano a metà e lo scavano con un cucchiaino, a mò di mini coppetta di gelato: qualsiasi sia il modo scelto per mangiarlo, ottimo anche in macedonia, o sugli spiedini di frutta, farete del bene al vostro organismo e soprattutto a vostro intestino.

Il Kiwi è particolarmente indicato a tutte quelle persone che “bisticciano” con il proprio intestino pigro, ecco il kiwi, insieme alla frutta in generale e alla verdura, alle prugne, al pane integrale è un alleato indispensabile, per permetter un buon lavoro dell’intestino.

Kiwi

Storia
Circa 700 anni fa in Cina, si coltivava questo strano frutto, considerato una “chicca” dagli imperatori Cinesi.
In Inghilterra arrivò solo nel 1800 grazie ad un collezionista di prodotti legati all’orticoltura. Agli inizi del 1900 i primi semi arrivarono in Nuova Zelanda e li spopolò la sua coltivazione.


Da quali Paesi arriva il Kiwi?
Un tempo soprattutto dal Cile, dalla Nuova Zelanda, e dalla Cina, ma ormai da moltissimi anni lo produciamo anche noi, ad esempio il Piemonte è una delle regioni che ne produce di più.


Quando si trova?
Si trova in realtà, durante tutto l’anno, poiché se ben conservato dopo la raccolta, dura molto, l’importante è tenerlo in un luogo fresco e asciutto, poiché teme l’umidità e le alte temperature.


Consigli per gli acquisti e conservazioneKiwi 
giallo
Quando state per acquistare dei kiwi, badate prima di tutto al loro profumo, deve essere delicato e non forte o peggio acre, significherebbe un chiaro segno di maturazione eccessiva, e un prodotto quindi scadente, in cui il contenuto di vitamina C è ormai compromesso e non più utile per il nostro organismo.

Conservatelo preferibilmente in luoghi freschi, a temperatura ambiente non durano più di quattro giorni al massimo, nel frigorifero, riporli in un sacchetto di plastica, perfetti quelli che si usano per congelare, in questo modo allontaniamo da loro l’umidità.

A molte persone piacciono piuttosto aspri, quindi molto duri al tatto, ad altre piacciono di più maturi e quindi più morbidi al tatto, se fate parte di questa seconda categoria, allora potete accelerare la maturazione, avvicinando il kiwi a delle mele, o a delle banane oppure a delle pere. Occhio se li conservate in cantina, in una cassetta, non avvicinateli a una cassetta di mele, favorireste una maturazione troppo rapida e non vi durerebbero a lungo.

Forse non tutti sanno che, la buccia è in teoria possibile mangiarla, certo bisognerà lavarla bene, ma se ci pensate, si mangia di tanti altri frutti, perché allora non anche quella del kiwi? A tal fine, meglio se la sua provenienza è biologica.

. Meglio in salute .

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martedì 18 maggio 2010

domusfat: Cibi per sgonfiare la pancia....

domusfat: Cibi per sgonfiare la pancia....

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mercoledì 5 maggio 2010

Cattiva digestione in primavera ...

Cattiva digestione in primavera

In primavera molti di noi accusano senso si stanchezza, allergie e gonfiore. Capita che anche la digestione venga compromessa a causa di cambiamenti climatici e di abitudini. Ecco qualche consiglio per risolvere il problema.

In primavera molti di noi accusano diversi sintomi poco piacevoli, c’è chi ad esempio a causa dei primi pollini, inizia ad avere occhi lacrimosi, colpi di tosse secca, pruriti irrefrenabili e a volte imbarazzanti, c’è chi invece lamenta fastidi alla pancia, gonfiore, spossatezza, astenia e altri situazioni che ciclicamente ogni anno si rifanno vive.
La cattiva digestione spesso non è solo collegata a cambi di stagione e a mutamenti legati a scelte dietetiche non corrette, ma sicuramente in primavera e in estate, avere quell’antipatico peso allo stomaco e senso di gonfiore dopo i pasti, sembra dare ancora più fastidio.

Quali accorgimenti prendere in caso di cattiva digestione?

Crampi, peso, fitte, senso di gonfiore, in primavera si manifestano molto di più, poiché il clima, i primi caldi, i cambiamenti anche nello stile di vita, possono fortemente influire sul nostro organismo.
Inoltre non bisogna dimenticare la componente psicopatica che lega il nostro stomaco e intestino alla nostra mente, che se sotto stress risponde in un certo modo.
Se i disturbi sopra citati sono in forma lieve non è il caso di allarmarsi e pensare subito a una soluzione di tipo farmacologico, ma piuttosto ad un intervento puramente dietologico e fitoterapico.
Partiamo dai rimedi forse più antichi erboristici, ma davvero efficaci, ad esempio la menta piperita, o la liquirizia: entrambe contrastano soprattutto il gonfiore, il senso di pesantezza, e favoriscono la digestione, eliminando il meteorismo.
Amido di riso e papaya, invece stimolano la fame, ideale anche per coloro che hanno avuto problemi legati a condizioni di difficoltà digestive causate da infezioni gastriche più o meno lievi, a stress e a disordini gastrici.

Cattiva digestione in primavera

Come modificare l’alimentazione
Alimentazione per la cattiva digestione
L’alimentazione in generale dovrà essere molto leggera e frazionata, cercando di evitare il più possibile un’alta concentrazione di cibo in uno o due pasti della giornata, meglio invece, dividere i pasti in almeno 5 appuntamenti giornalieri.

Colazione
Partendo dalla colazione, che dovrà essere nutriente ma povera di grassi, perfetto quindi il latte parzialmente scremato o lo yogurt, oppure una spremuta di agrumi o una macedonia con dei fiocchi di cereali integrali.
Meglio ridurre il più possibile lo zucchero, sia inteso come quello aggiunto, sia quello contenuto in dolci, biscotti, torte e merendine.

Pasti principali
È preferibile consumare più alimenti integrali e non raffinati, come pane e pasta integrali almeno due volte alla settimana, frutta e verdura non devono mai mancare, partendo poi dal concetto che in primavera e in estate la natura ci offre, fragole, pesche, albicocche, anguria, ciliegie, insalatine, piselli, fagiolini.
Consumate frutta e verdura di stagione, se non avete problemi legati alla glicemia, potrete consumarla come spuntino, lontano dai pasti principali, si assimileranno meglio le vitamine e i sali minerali e l’azione benefica sarà maggiore sull’intestino.
Le verdure non conditetele con troppo olio, meglio se consumate crude o cotte a vapore.

Bevande
Attenzione alle bevande contenenti anidride carbonica, come l’acqua gassata o le cole o le aranciate, meglio bere acqua naturale semplice, spremute fatte in casa, evitando i succhi di frutta che facilitano invece la fermentazione.
Ricordate inoltre che le bevande nervine sono eccitanti, e ad esempio il caffè su molte persone causa tensione non solo a livello emotivo ma anche gastrico.


. Meglio in salute .



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