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venerdì 25 novembre 2016

Come Dormite in Coppia ?


Il linguaggio del corpo non mente mai

Abbracciati? Schiena contro schiena? Separati ma in contatto? A cucchiaio? Tu come dormi con il/la 
tuo/a partner a letto? Il linguaggio del corpo rivela moltissimo della tua personalità ma anche della vita 
affettiva e sessuale della coppia. Il letto, infatti, oltre ad essere il regno della passione e del relax, è il 
luogo ottimale per capire come e se funziona il tuo rapporto di coppia. Dunque, come dorme una coppia 
felice? E cosa significa una determinata posizione? Forse fedeltà? Tradimento? Sintonia? O 
semplicemente eccesso di calore o piedi troppo freddi?

La coppia trascorre un terzo del tempo dormendo insieme. È proprio quando si spegne la luce che si 
condividono gli atteggiamenti più spontanei: le posizioni assunte durante il riposo lasciano intravedere 
fantasmi, dubbi, paure, tensioni ma anche grandi certezze. Insomma, se la coppia scoppia o se è amore 
vero lo si vede proprio a letto. 
Non basta spiare il proprio partner che si agita a letto, per intravederne ansia o stress; ciò che conta è 
la posizione che si sceglie poco prima di addormentarsi.
Ci sono coppie che non possono fare a meno di dormire abbracciate e altre che, invece, non riescono a 
rinunciare al proprio spazio vitale quando dormono e avrebbero bisogno di un letto
 a quattro piazze per stare comodi.

Vediamo insieme le posizioni più comuni e il corrispettivo significato a livello psicologico.

A CUCCHIAIO


E' la posizione in cui i partner dormono vicini e la schiena di uno si “incastra” nella pancia dell'altro.
Forse è la posizione che meglio riflette la perfetta armonia che sta vivendo la coppia: i corpi diventano 
una cosa sola, c’è la passione e la voglia di stare insieme; è indice di una coppia che vive una relazione 
solida, amorevole, in quanto molto complici e 
uniti l’uno con l’altro.
Solitamente è l'uomo che abbraccia da dietro la donna, questo evidenzia la voglia di stare vicini e di 
sentirsi protetti da un abbraccio caldo e avvolgente.

A KOALA


Se invece ci si avvinghia al partner, come uno “zainetto” o proprio come un koala, anziché essere 
posizionati in un incastro romantico, c'è da stare attenti!
Questo è sintomo di possessività e di una certa dipendenza affettiva dal partner: siamo in presenza di 
un rapporto a tratti asfissiante.

SCHIENA CONTRO SCHIENA


Apparentemente sembrerebbe un caso negativo, ma questa è la posizione che, tra tutte, rappresenta la 
solidità e la grande voglia di indipendenza della coppia.
Quindi, se con il tuo/a amato/a dormi così, molto probabilmente il vostro è un amore stabile e sano, 
basato sulla fiducia e sull'indipendenza personale.
Questo non significa che la vostra coppia sia esente da crisi, bensì rivela la capacità di affrontare e 
superare momenti difficili come occasione di crescita della storia.

PREVARICANTE


Occhio se, invece, uno dei due partner si spalma sull'intero lettone, con braccia e gambe allargate, 
costringendo l'altro/a a rimanere in un angolino. Questo non è affatto un buon segnale.
Ci troviamo di fronte a un rapporto un po' sbilanciato o poco paritario, in cui uno domina l'altro.
Senza dubbio il rapporto sta attraversando un momento difficile, nel quale la persona che occupa meno 
spazio si sente insicura ed ha bassa autostima, restando rannicchiata in posizione fetale.

ABBRACCIATI


Se anche tu dormi abbracciato al tuo/a partner, questo significa che la vostra coppia è in un ottimo 
momento, anche per quanto riguarda la vita sessuale.
L’abbraccio rivela impegno, amore e affetto. L'uomo protegge, con le sue braccia, la donna amata e la 
donna si abbandona e si lascia coccolare.

SEPARATI MA IN CONTATTO


Spesso nella coppia ognuno dorme nella sua posizione preferita ma in qualche modo cercando un 
contatto con il partner.
In questi casi basta essere legati per un dito, con un piede o più comunemente con le gambe o le 
caviglie. Questo è sinonimo di un legame equilibrato, spontaneo, coinvolgente ma non oppressivo: la 
coppia ha amici ed attività separate e ha rispetto dei propri reciproci spazi. Lo sfiorarsi sottolinea 
l'intento di proteggersi, senza essere troppo invadenti.
Per alcune coppie è semplicemente un modo naturale e inconscio di ristabilire i contatti e fare pace 
dopo un litigio.
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giovedì 17 novembre 2016

Riflessologia Plantare i Punti

Non tutti sanno che massaggiare alcuni punti dei piedi stimola naturalmente il sonno e aiuta, inoltre, a prevenire e curare molte patologie del nostro corpo.


Hai mai sentito parlare della riflessologia plantare?
Non tutti sanno che massaggiare alcuni punti dei piedi stimola naturalmente il sonno e aiuta, inoltre, a prevenire e curare molte patologie del nostro corpo.

Molto spesso li ignoriamo e trascuriamo, ma i piedi sono una struttura preziosa e fondamentale per una buona qualità della vita, la quale viene sottoposta a inevitabile sovraccarico quotidiano. I piedi, quindi, meritano di essere oggetto di attenzione e di venir trattati con cura. Basti pensare che su ognuno di essi sono presenti 7.200 terminali nervosi che, se stimolati, possono inviare al cervello degli input per farci stare meglio.
La tecnica della riflessologia plantare ristabilisce l’equilibrio energetico del corpo, servendosi di un particolare tipo di massaggio che, attraverso la stimolazione e compressione di specifici punti di riflesso sui piedi, relazionati energicamente con organi e apparati, consente di esercitare un’azione preventiva e d’intervento su eventuali squilibri dell’organismo. Il presupposto è che ogni organo, oltre ad avere una propria specificità, rifletta in sé l’intero organismo. Piedi, mani, viso e orecchie soprattutto, poiché sono sedi di una grande quantità di terminazioni nevose, sarebbero anche gli organi più adatti a riflettere (proprio in virtù di queste terminazioni) tutti gli altri organi del corpo. Sui piedi troveremmo dunque tutti i punti riflessi degli organi interni, della colonna vertebrale e delle ossa.
Non tutti sanno che massaggiare alcuni punti dei piedi stimola naturalmente il sonno e aiuta, inoltre, a prevenire e curare molte patologie del nostro corpo.

L’esordio della riflessologia plantare viene fatto risalire alle antiche civiltà, soprattutto orientali. Tuttavia, documenti di vario tipo ci indicano che questa tecnica venisse praticata anche dalle civiltà precolombiane e dai pellerossa. La rappresentazione di un feto nel piede è presente in un graffito di 6.000 anni fa scoperto in Valcamonica. Esiste una mappa dei punti riflessi, cioè i punti della pianta del piede collegati ad alcune parti del nostro corpo, su cui si possono esercitare delle pressioni per ottenere benefici effetti. Ad esempio, le dita riflettono la testa, la pianta riflette il petto, l'arco è correlato agli organi digestivi e via dicendo.

I punti che, in linea generale, possono aiutare nel risolvere o alleviare i disturbi del sonno sono quelli riflettenti la ghiandola pineale e il surrene. La funzione della ghiandola pineale (o epifisi) è quella di regolare la produzione di melatonina, un ormone che, insieme alla serotonina, regola i ritmi circadiani e stagionali: il loro continuo fluttuare giornaliero e notturno regola il ritmo sonno-veglia. Il surrene, invece, è una ghiandola che concorre alla produzione di svariati ormoni che regolano le attività del cuore e della circolazione arteriosa, della respirazione, della muscolatura e del sistema nervoso. In particolare la produzione di adrenalina e noradrenalina. L'ormone ipofisario ACTH influenza gli ormoni prodotti dal surrene, e sono collegati alla reattività a stimoli considerati stressanti, siano essi fisici, emotivi e mentali. Ora che sei a conoscenza di questi punti, con i movimenti e le pressioni giuste potrai persino attuare una mini seduta fai da te prima di andare a dormire. In questo modo lo stress verrà rilasciato dolcemente e le possibilità di dormire aumenteranno di conseguenza. Il massaggio è la migliore tecnica di rilassamento da sempre ed è il miglior toccasana che tu possa concederti!

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mercoledì 9 novembre 2016

Ottimizziamo il Nostro Tempo



Ottimizzare il tempo significa, innanzitutto, eliminare gli sprechi e sbarazzarci del superfluo.

“Ottimizzare il tempo” è un’espressione che può suonare un po’ ansiogena per molte persone, ma il
tempo non è altro che la sostanza di cui è fatta la nostra vita e sprecarlo significa di fatto sprecare la
nostra esistenza. Quindi come si dice spesso, è tempo di riprenderci il nostro tempo.

Molto tempo abbiamo, eppure molto ne sprechiamo. (Seneca)

Abbiamo a disposizione in una settimana 168 ore. Ipotizzando di dormire 8 ore al giorno, di lavorarne altre 8, di dedicarne almeno 4 a pasti e commissioni varie e di prenderne infine un paio per il nostro tempo libero…beh, ce ne rimangono comunque a disposizione altre 30 che spesso non sappiamo dove vadano a finire. La nostra vita, infatti, sembra diventata sempre più frenetica, anche se alla fin fine concludiamo sempre meno. Evidentemente c’è qualcosa che non va.

Ottimizzare il tempo non significa certo diventare dei robot “perfettini”, in grado di incastrare ogni
impegno al millesimo di secondo. No.
Ottimizzare il tempo vuol dire soprattutto capire dove stiamo sprecando la nostra risorsa più importante.

Errori di distrazione. Quante imprecazioni quando sbagli strada! Oppure quando salti l’uscita giusta
dell’autostrada perchè chiaccheravi! Chilometri che si aggiungono e minuti che passano inutilmente.
Insomma, un attimo di disattenzione e ti ritrovi a buttar via una mezz’ora di vita come niente fosse.
Intendiamoci, errare è umano, ma, nella nostra vita personale o lavorativa, commettiamo troppe volte gli stessi errori. Naturalmente, alla base di questi errori, spesso c’è la troppa poca concentrazione. La
verità è che viviamo perennemente in uno stato di distrazione, in cui cerchiamo di fare mille cose
insieme (di cui molte superflue), senza farne nessuna davvero bene. Allora, il consiglio è ‘Fare Una
Cosa Alla Volta’ e cercare di farla con la massima attenzione.

Sovrapproduzione. Invece di fare poche azioni difficili, ma essenziali, preferiamo, quasi sempre,
dilungarci in attività inutili ma che ci riescono facili e ci danno quindi quell’illusorio senso di sicurezza e tranquillità. Per esempio, ci perdiamo nell’ideare infiniti messaggini su Whatsapp e Messenger per organizzare una pizzata, che possono essere tranquillamente sostituiti da una telefonata di 2 minuti netti.

Attese superflue. Tutto deve scorrere nella maniera più fluida possibile, senza intoppi, senza colli di
bottiglia, senza inutili attese. Scommetto, però, che, se provi a visualizzare la tua vita, più che ad un
flusso che scorre placidamente, somiglia ad una corsa ad ostacoli, piena di imprevisti, pit stop forzati ed estenuanti perdite di tempo. Per gestire efficacemente le attese superflue possiamo: 1) eliminarle,
quando dipendono da noi stessi, attraverso una adeguata pianificazione. 2) sfruttarle, se sfuggono al
nostro controllo; ecco i famosi “tempi morti” (in metro, in banca, in fila al supermercato, etc.) che sono, da sempre, le migliori occasioni per leggere, ascoltare e curare la nostra formazione personale.

Azioni non necessarie. Sono quelle azioni che compiamo durante il nostro lavoro e che non aggiungono reale valore. Ti capita di perdere tempo in attività ripetitive che potrebbero essere automatizzate o delegate? Gli strumenti che utilizzi con maggiore frequenza, sono sempre a portata di mano o sprechi ore a cercarli? Esiste un modo più diretto per raggiungere i tuoi obiettivi che non coinvolga tutta quella sfilza di attività che sei abituato a fare?
 Dobbiamo imparare a dubitare continuamente dello status quo e cercare incessantemente un modo migliore, più efficace di fare le cose.

Troppi oggetti. Più la nostra vita diventa frenetica e caotica, più sentiamo la necessità di… semplificare, ridurre, ordinare.  Riprendere il controllo del nostro ambiente fisico ci permette infatti di riprendere il controllo anche della nostra mente e del nostro tempo. Insomma, organizzare i nostri spazi ci rende di fatto persone più organizzate (anche nella gestione del tempo).
Perfezionismo patologico. La linea che separa un lavoro fatto con cura dal perfezionismo patologico è molto sottile. Non è facile infatti comprendere quando è importante fermarci; quando ogni nostro
ulteriore sforzo rappresenta un semplice abbellimento. Si parla di over processing. Ma spesso l’over
processing è uno spreco presente anche nella nostra vita. Sbarazzarcene è uno dei modi più efficaci
per ottimizzare il tempo. Qualsiasi sia la tua condizione specifica ricorda questo: come essere umani ci riesce più facile fare i bigodini alle bambole per ore, piuttosto che portare a termine in pochi minuti un’attività necessaria ma che ci spaventa o ci riesce difficile. Contrastare questa naturale
predisposizione è nostro dovere.
Spreco di talento e competenze. In ambito organizzativo questo è un problema sempre più sentito: far emergere i talenti, assegnarli ai progetti giusti, trattenerli; centinaia di milioni di euro sono investiti ogni anno dalle aziende in queste attività. Ma lo spreco di competenze e talento è un problema che riguarda ognuno di noi. Ogni volta che investiamo troppo del nostro prezioso tempo in attività e progetti in cui ci sentiamo sicuri e a nostro agio, ma che non ci fanno crescere, di fatto stiamo buttando nel cesso la nostra vita professionale (e non solo quella). Dovremmo confrontarci, almeno una volta al giorno, con sfide, compiti e obiettivi che siano un tantino al di là della nostra zona di comfort. Solo in questo modo sapremo che stiamo davvero investendo saggiamente il nostro tempo.

Perciò, ottimizzare il tempo significa, innanzitutto, eliminare gli sprechi, sbarazzarci del superfluo e 
concentrare la nostra attenzione e le nostre energie solo su quelle attività che davvero aggiungono 
valore a noi ed alle persone a noi care.


Sono Web Designer, Web Master , Blogger : 
realizzo pagine internet leggere e responsive ,  
creo loghi , e curo i brevetti dai 
biglietti da visita alla insegna luminosa , 
realizzo banner e clip animate per pubblicizzare il vostro sito ,
 contattatemi e sarete on line. 

Mi trovi QUI 
  http://www.cipiri.com/



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