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domenica 29 aprile 2018

Vicenda di Alfie Evans: Cronistoria


Tutte le tappe 

Una battaglia legale, e di opinione pubblica, durata quasi sei mesi
Tutte le tappe della vicenda di Alfie Evans
MAGGIO 2016

Alfie nasce all'ospedale di Liverpool
da Thomas Evans, elettricista 20enne, e Kate James, estetista 19enne.


DICEMBRE 2016

A 7 mesi Alfie Evans viene ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool: è affetto da una patologia neurologica degenerativa non ancora conosciuta.


DICEMBRE 2017

L'equipe medica stabilisce che la ventilazione artificiale che tiene in vita Alfie Evans deve essere sospesa perché il bambino non ha alcuna possibilità di guarire. L'ospedale Alder Hey inoltre dichiara di aver esaurito tutte le opzioni possibili per Alfie e si oppone al desiderio dei genitori di trasferire il piccolo all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma per tentare nuove cure sperimentali.



FEBBRAIO 2018

Kate e Tom Evans non si arrendono alla possibilità che venga staccata la spina dei macchinari e si oppongono (siamo tra la fine del 2017 e gli inizi del 2018) da subito alla richiesta: non essendoci accordo tra medici e famiglia, le legge inglese prevede che intervenga un giudice. Il caso, quindi approda all’Alta Corte inglese e il 20 febbraio 2018 il giudice Anthony Hayden decide in favore dei medici dell’Alder Hey, valutando che la sospensione della ventilazione sia nel migliore interesse del piccolo. E seguirà una battaglia a colpi di ricorsi da parte della famiglia Evans.


15 APRILE 2018

Papa Francesco lancia un nuovo appello in favore di Alfie Evans, e pochi giorni dopo riceve in Vaticano il padre di Alfie, Tom Evans. L'ospedale Bambino Gesù di Roma ribadisce la propria disponibilità ad accogliere e assistere il piccolo.

20 APRILE 2018

La Corte suprema britannica, a cui spetta l'ultima parola, rifiuta di riaprire il caso dopo che l’Alta Corte di giustizia, la Corte d’appello e la Corte suprema si erano già pronunciate a favore della scelta dell’ospedale di staccare i supporti vitali al piccolo Alfie.


23 APRILE 2018

I genitori di Alfie Evans ricorrono alla Corte europea dei diritti umani, mentre il governo italiano concede la cittadinanza al bimbo inglese, sperando in un suo trasferimento in Italia.

24 APRILE 2018

Intorno alle 22.30 (ora locale) vengono staccate le macchine per la respirazione. Dopo il distacco del ventilatore, i medici dell’Alder Hey Hospital di Liverpool, visto che il piccolo continuava a vivere, sono stati costretti dopo alcune ore a idratarlo nuovamente. Lo stesso giorno la Corte europea dei diritti umani rifiuta il ricorso dei genitori.

25 APRILE 2018

La Corte d’appello di Londra rigetta la richiesta dei genitori di trasportare il bambino in Italia.



26 APRILE 2018

Il padre di Alfie, Tom Evans incontra i medici con l'intento di chiedere di poter portare a casa il piccolo.



27 APRILE 2018

L'Italia prega per Alfie in piazza a Roma, Milano e Torino. Il portavoce della Commissione europea, Christian Wigand: non c'è nessuna legge dell’Ue che possa essere invocata per consentire il trasferimento di Alfie in Italia

28 APRILE 2018

Alle 2.30 la morte di Alfie Evans. "Abbiamo il cuore spezzato. Grazie a tutti per tutto il vostro sostegno”: con questo post su facebook, la madre di Alfie, Kate James ha annunciato la morte di suo figlio, il piccolo Alfie Evans. Non è arrivato a due anni: li avrebbe compiuti il 9 maggio.


Proprio non resistete a scrivere post su Alfie vero? Tutti a celebrare la Vita o a puntare il dito su chiunque purché le vostre credenze catto talebane siano soddisfatte. Catto talebane è una citazione di Alessandro Godi e tengo a precisarlo perché non è legale il plagio.

Lo affermo da madre e dopo profonde riflessioni: Sono contraria all’accanimento terapeutico. Sono favorevole all’eutanasia anche quella pediatrica. Il teatrino messo in scena dal governo italiano in combutta con il Vaticano Spa è stato immondo. Vergognoso.
Rivoltante in tutta la sua magnificente ipocrisia.

La vita non appartiene a dio.
La Vita appartiene in primis al malato.
La vicenda di Alfie non è poi così diversa da quella di Eluana Englaro.
Anche in quella circostanza l’Italia ha vomitato tutto l’odio e l’intolleranza possibile.

In Italia non avevamo la cura così come in Inghilterra.
Pertanto la pagliacciata della cittadinanza per Alfie serviva solo per spostare la spina.

Ergo in Italia 🇮🇹 siamo rimasti fermi al basso Medio Evo e la Chiesa esplica tuttora il suo potere temporale, ingerendo in questioni politiche, con la complicità del finto Stato Laico.

In Inghilterra 🇬🇧 no perché i due poteri sono separati.
Pensate una Monarchia Costituzionale che ci dimostra ancora una volta la civiltà.
I giudici e i medici hanno posto fine alle atroci
sofferenze dovute alle cure palliative e paradossalmente,
a mio personalissimo avviso, hanno ridonato la dignità della Vita ad Alfie.


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martedì 24 aprile 2018

La Moda del Sushi


Il sushi può essere una scelta salutare. Specialmente quando contiene verdure, frutti di mare e pesce ricchi di omega-3 e piccole quantità di avocado, salutare per il cuore perché fonte di grassi buoni .


Il sushi è sano? Tutto quello che c’è da sapere

Il sushi può essere una scelta salutare. Specialmente quando contiene verdure, frutti di mare e pesce ricchi di omega-3 e piccole quantità di avocado, salutare per il cuore perché fonte di grassi buoni .

Dopotutto, il sushi arriva dal Giappone ed è stato dimostrato scientificamente come la dieta di questo Paese, similmente a quella mediterranea, sia positiva per la salute. Secondo una ricerca del National Centre for Global Health and Medicine di Tokyo, pubblicata sul B. M. Journal, le linee guida alimentari giapponesi, che prevedono un consumo equilibrato di cereali, ortaggi, frutta, pesce e poca carne (quindi, non solo il sushi!), portano a un minore rischio di morte prematura per tutte le cause, incluse le malattie cardiovascolari.

Questo ovviamente non significa che il sushi che troviamo nelle città italiane sia una certezza e faccia indistintamente bene. Anzi, andando oltre la ricetta di base,
i piatti proposti nei ristoranti giapponesi possono essere ricchi di calorie e sale.



Il sushi è entrato nell'immaginario collettivo come un piatto “light”, in grado di soddisfare il palato senza incidere più di tanto sulla linea. Se prendiamo in considerazione la ricetta base, cioè quella che include solo riso, pesce e alghe, possiamo dire che il sushi ha effettivamente un numero ridotto di calorie: consumando i classici 6 pezzi arriviamo a 200/300 kcal.

Rotolini con riso, pesce e alghe

Il sushi è entrato nell'immaginario collettivo come un piatto “light”, in grado di soddisfare il palato senza incidere più di tanto sulla linea. Se prendiamo in considerazione la ricetta base, cioè quella che include solo riso, pesce e alghe, possiamo dire che il sushi ha effettivamente un numero ridotto di calorie: consumando i classici 6 pezzi arriviamo a 200/300 kcal.






La questione cambia se scegliamo piatti con maionese, uova, frittura e salse particolari: in questi casi le calorie salgono sensibilmente. Una porzione di tempura può superare le 500 kcal e più di 20 grammi di grassi, vale a dire il doppio delle calorie  e il triplo dei grassi di un rotolo che non contiene frittura.


Rotolini con tempura e salse

La questione cambia se scegliamo piatti con maionese, uova, frittura e salse particolari: in questi casi le calorie salgono sensibilmente. Una porzione di tempura può superare le 500 kcal e più di 20 grammi di grassi, vale a dire il doppio delle calorie
e il triplo dei grassi di un rotolo che non contiene frittura.




Il sashimi è un piatto tipico della cucina giapponese, che consiste nel solo pesce crudo. Il pesce è ricco di omega-3, proteine, vitamine, fosforo e iodio e mangiandolo crudo abbiamo la certezza che i principi nutritivi non si disperdano in cottura (ecco perché fa bene mangiare il pesce). Il salmone è leggermente più grasso rispetto gli altri pesci: se ne mangiamo 100 grammi, siamo intorno alle 180 kcal. Per quanto riguarda il tonno, invece, raggiungiamo le 150 kcal e per il gambero siamo sulle 70 kcal, sempre per 100 grammi.

Fettine di pesce crudo

Il sashimi è un piatto tipico della cucina giapponese, che consiste nel solo pesce crudo. Il pesce è ricco di omega-3, proteine, vitamine, fosforo e iodio e mangiandolo crudo abbiamo la certezza che i principi nutritivi non si disperdano in cottura (ecco perché fa bene mangiare il pesce). Il salmone è leggermente più grasso rispetto gli altri pesci: se ne mangiamo 100 grammi, siamo intorno alle 180 kcal. Per quanto riguarda il tonno, invece, raggiungiamo le 150 kcal e per il gambero siamo sulle 70 kcal, sempre per 100 grammi.

Rischio tossinfezioni

Gran parte del pesce servito nei ristoranti giapponesi è crudo. Bisogna prestare quindi massima attenzione per non rischiare delle tossinfezioni. Se non vengono rispettate le norme igieniche, che prevedono un corretto abbattimento del pesce crudo, è possibile entrare in contatto con l'Anisakis, una parassitosi che può infestare il pesce e causare disturbi anche gravi nell'uomo. Il consiglio è quello di diffidare dei ristoranti con formula all-you-can-eat con prezzi particolarmente stracciati: se con 10 euro si può mangiare tutto ciò che si vuole e al mercato il pesce costa 30 euro al kg, la qualità del pesce non deve essere ottima.



Un altro consiglio da tenere a mente: il riso bianco del sushi è tipicamente preparato con zucchero e sale insieme all'aceto di riso ed è quindi ricco di carboidrati raffinati. Se mangi spesso sushi, prova a chiedere la versione integrale. Anche se avrà comunque degli zuccheri aggiunti,  sarà più ricco in fibre.

Il riso

Un altro consiglio da tenere a mente: il riso bianco del sushi è tipicamente preparato con zucchero e sale insieme all'aceto di riso ed è quindi ricco di carboidrati raffinati. Se mangi spesso sushi, prova a chiedere la versione integrale. Anche se avrà comunque degli zuccheri aggiunti,
sarà più ricco in fibre.



Le alghe sono ricche di acqua, iodio, vitamine, alcuni minerali e clorofilla, che è un ottimo antiossidante e fonte di magnesio. Attenzione, però: chi ha problemi di tiroide dovrebbe andarci particolarmente cauto a causa dell'alto quantitativo di iodio.

Le alghe

Le alghe sono ricche di acqua, iodio, vitamine, alcuni minerali e clorofilla, che è un ottimo antiossidante e fonte di magnesio. Attenzione, però: chi ha problemi di tiroide dovrebbe andarci particolarmente cauto a causa dell'alto quantitativo di iodio.




La salsa di soia

La salsa di soia

La salsa di soia è fatta con fagioli di soia fermentati e farina. Un cucchiaio ha 8 calorie, 1 grammo di carboidrati, 1 grammo di proteine e 902 milligrammi di sodio, che corrisponde più o meno al 40% della quantità di sale che dovremmo assumere in un giorno. Il problema della salsa di soia, quindi, non sono le calorie, ma la quantità di sodio . Dal momento che sta spopolando come condimento saporito e alternativo (non solo quando si mangia sushi), non bisogna esagerare: alla lunga un apporto di sale eccessivo può favorire disturbi come la ritenzione idrica e contribuire all'insorgenza di problemi più seri, come l'ipertensione.


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domenica 15 aprile 2018

Liposuzione: Regole per non Rischiare



Morire dopo un'agonia di nove mesi, in seguito a un intervento di liposuzione a fianchi, addome e gambe. La vicenda di cronaca può allarmare persone che stanno pensando di ricorrere a questo intervento, ma adottando le dovute precauzioni si possono scongiurare i rischi. A dettare dieci regole di sicurezza in chirurgia estetica è Giulio B., specialista in Chirurgia plastica estetica e ricostruttiva dell'Ini, Istituto Neurotraumatologico Italiano.




1) Accertarsi che il chirurgo sia uno specialista in Chirurgia plastica estetica e ricostruttiva e sia iscritto alla Società italiana di chirurgia plastica estetica e ricostruttiva.

2) Accertarsi che abbia esperienza. "Cercate di capire il numero di interventi di liposuzione, per esempio, che ha eseguito, se avete scelto questo intervento. Se è un medico chirurgo generico, cambiate strada".

3) Non abbiate timore di chiedere, l'informazione completa è un diritto del paziente. "Fatevi spiegare tutti i rischi dell'intervento e anche l’inconveniente più remoto, facendovi anche mostrare delle fotografie di un intervento non particolarmente riuscito".

4) Cercate di raccogliere informazioni sul chirurgo scelto. Meglio da chi ha avuto esperienza diretta.

5) Ricordare che prima dell’intervento ci si deve sottoporre ad esami del sangue e all’elettrocardiogramma (Non dimenticare la frase: 'Allora dottore le analisi tutto a posto? Non sono un soggetto a rischio per questo tipo di intervento vero?').

6) Accertarsi che l’intervento sia eseguito in una clinica o ospedale, strutture attrezzate per le emergenze (ogni intervento chirurgico anche estetico ha un margine di rischio). Non accettate di essere operati in centri estetici dove spesso vengono ricavate piccole sale operatorie.

7) Accertarsi che l’intervento sia eseguito in una sala operatoria (per un intervento sono necessari ambienti che garantiscano il massimo della sterilità, questo discorso vale anche per la liposuzione).

8) Farsi garantire che l’anestesista sia presente in sala operatoria per tutta la durata dell’intervento.

9) Scegliere di rimanere in clinica una notte dopo l’intervento anche per operazioni che potrebbero non prevederlo.

10) Non farsi ingannare dalle proposte di interventi a prezzi particolarmente economici: "Di solito si risparmia sull’anestesia, sulla struttura e sui materiali, se un ingrandimento del seno costa poco è perché le protesi sono di scarsa qualità. Attenzione le protesi vanno portate tutta la vita".




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giovedì 12 aprile 2018

Asma e Allergie: più precauzione in Primavera


Se soffriamo di allergie come quelle ai fiori e al polline, non avremmo accolto a braccia aperte l’arrivo della primavera. Il pericolo, oltre ai fastidiosi starnuti, i pruriti, gli occhi lacrimanti, ecc., riguarda anche problemi più gravi, che causano difficoltà respiratorie e attacchi d’asma.

Secondo i ricercatori dell’associazione britannica Asthma UK, dobbiamo innanzitutto evitare alcune attività pericolose per la nostra salute, in particolare quelle che si svolgono all’aria aperta. Non solo l’attività motoria, ma anche i picnic e le scampagnate in famiglia o tra amici, possono compromettere le nostre capacità respiratorie e/o peggiorare una condizione allergica.

Come riportato dal team, si aggirano sui 700 gli individui ricoverati a causa di allergie e attacchi d’asma durante il fine settimana, quando è più probabile organizzare questi eventi sociali.  Chi di noi soffre della cosiddetta febbre da fieno, deve tenere coperti naso, occhi e gola il più possibile, per evitare i sintomi dell’allergia, che a loro volta possono causare un attacco d’asma.

«Se la gente prende le dovute precauzioni e si assicura di portare con sé gli inalatori di cui ha bisogno, può comunque godersi le giornate di festa», ha spiegato Andy Whittamore, della Asthma UK. Il rischio aumenta nel caso di allergie ad alcuni alimenti,
soprattutto quelli tipici del periodo di Pasqua.

«Noi consigliamo a tutte le persone allergiche agli ingredienti di dolci come le uova di cioccolato, di evitare completamente i cibi in questione, riconoscere i sintomi di una reazione allergica e sapere cosa fare nel caso in cui si presenti», ha aggiunto l’esperto.  «Esistono anche alternative, prive di quegli ingredienti. In ogni caso ricordiamoci sempre di leggere bene le etichette nelle confezioni».

Nel Regno Unito, l’80% delle persone che soffrono d’asma sono allergiche al polline. In Italia, circa 18 milioni di individui manifestano questa allergia
che compromette le funzioni dell'apparato respiratorio.


LEGGI ANCHE 
CAUSE DELL'ASMA
http://cipiri3.blogspot.it/2018/04/allergie-come-cause-dellasma.html


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Allergie come cause dell'Asma


Gran parte dei casi di asma è causata dalla presenza di un'allergia. L'allergia è generalmente definita come una risposta del sistema immunitario a sostanze altrimenti innocue, che possono essere introdotte nell’organismo con la respirazione o con l’ingestione, le quali innescano un processo biologico responsabile della comparsa dei sintomi respiratori tipici dell’asma, come il respiro sibilante, il senso di costrizione toracica e la difficoltà respiratoria. L’asma allergica d deve essere quindi trattata in primo luogo come qualsiasi altra forma di allergia, ossia cercando di evitare il contatto diretto con l'allergene al quale si è sensibilizzati.

L'asma allergica è soprattutto dovuta ad allergeni inalanti.

Allergeni stagionali:                                                
Graminacee                                                
Urticacee (parietaria)                                
Composite (artemisia, iva, solidago)               
Cupressacee (cipresso)                                
Altre piante ad alto fusto (betulla, nocciolo)           
Graminacee  
Ambrosia

Allergeni perenni:
Dermatophagoides pteronyssinus e farinae
Alternaria tenuis
Derivati epidermici di animali domestici
 Micofiti
Cladosporium

URTICACEAE
Le Urticaceae sono una famiglia di piante che conta circa 50 generi
e 1300 specie e sono diffuse in tutto il mondo.
La famiglia prende nome dall'ortica (genere Urtica).


MICOFITI - MUFFE
I micofiti o muffe sono ubiquitari in natura e crescono in condizioni caratterizzate da una temperatura compresa tra 18 e 32-40 °C e da un’umidità relativa superiore al 65%. I micofiti si distinguono in:
- atmosferici, presenti sul terreno, in particolare in zone agricole, tra questi quelli che hanno maggiore rilevanza allergologica sono l’Alternaria ed il Cladosporium.
- domestici, sono presenti tutto l'anno e soprattutto in ambienti poco ventilati. Bisogna tener presente che tra le fonti di attecchimento e di proliferazione fungina possono anche esserci gli alimenti mal conservati, le carte umide e da parati.
In generale i micofiti si possono trovare negli angoli umidi della casa, sulla carta da parati, in ambienti con scarso grado di igiene come i frigoriferi e i bagni poco puliti.
Tra i micofiti, quello che riveste maggiore rilevanza dal punto
di vista clinico è rappresentato dall’Aspergillus.

GRAMINACEE
Le graminacee sono una famiglia di piante che comprende al suo interno diverse specie tra cui le principali sono: l’erba canina o gramigna, l’erba codolina e l’erba fienarola. Sono piante infestanti, molto diffuse e alcune di esse sono perenni. Si trovano comunemente nei prati su tutto il territorio italiano e il loro periodo di fioritura varia tra giugno e settembre.


DERMATOPHAGOIDES
Si tratta di animali di piccole dimensioni, comunemente noti con il nome di acari, che rappresentano una sottoclasse di aracnidi (ragni).
Gli Acari presentano una notevole varietà morfologica, hanno una sopravvivenza di circa 3 mesi e, se in condizioni favorevoli, si riproducono molto facilmente. Il loro nutrimento deriva dalle desquamazioni umane e animali, in particolare dalla forfora,
dai resti di cute, dai capelli e dalle unghie.
Gli acari proliferano preferibilmente negli ambienti interni e bisogna considerare che sono presenti in ogni abitazione, anche in quella più pulita; infatti la presenza umana e/o animale favorisce il loro sviluppo. Gli ambienti domestici nei quali è più frequente un’alta concentrazione di acari sono: le camere da letto - soprattutto nei materassi, nei cuscini, nelle coperte, nelle lenzuola, sulle tende, sui tappeti, nei divani e nelle poltrone- le stanze provviste di moquette e gli ambienti iperiscaldati.


DERIVATI EPIDERMICI DI ANIMALI DOMESTICI
I derivati epidermici di animali domestici che originano prevalentemente dalla saliva, dalla forfora e dall’urina di cani e gatti sono considerati allergeni. Dopo essersi essiccati e frammentati, rimangono sospesi in aria nella polvere. Una delle principali fonti di tali allergeni è rappresentata dal gatto.  A differenza di quanto accade per gli acari, gli allergeni derivanti dal gatto sono associati a particelle molto piccole e questo rende ragione della loro leggerezza che ne favorisce la permanenza nell'aria in quantità molto elevata e per lungo tempo. Quando poi, questi allergeni precipitano, si accumulano negli imbottiti, nei tendoni e nei tappeti e sulle tappezzerie, ove permangono a lungo anche dopo l’allontanamento dell’animale. Negli ambienti in cui sono vissuti gli animali, occorrono almeno sei mesi dal loro allontanamento per riportare la concentrazione degli allergeni ai livelli ambientali in cui tali animali non erano presenti. Gli allergeni possono essere trasportati attraverso i vestiti e possono ritrovarsi anche in ambienti dove gli animali non sono mai stati presenti.

CUPRESSACEAE - CIPRESSO
La famiglia delle Cupressaceae, il cui genere più rappresentativo è il cipresso, comprende piante con chioma molto ramificata, le cui foglie sono persistenti, molto addensate e possono essere squamiformi o aghiformi. Queste piante sono molto diffuse e spesso coltivate anche per scopi ornamentali. Il polline delle Cupressaceae è generalmente presente da gennaio a maggio e le allergie in particolare al cipresso, sono ritenute una manifestazione allergica (pollinosi) emergente. Nonostante il cipresso sia sempre stato molto diffuso nel bacino mediterraneo, l’allergia a questa pianta è andata progressivamente aumentando solo negli ultimi 15-20 anni.


ARTEMISIA
E’ una pianta che si trova principalmente nei terreni incolti e lungo i bordi delle strade; può raggiungere un’altezza anche di oltre il metro. L’artemisia è riconoscibile per le tipiche foglie verdi con una infiorescenza a forma di spiga, che assume una colorazione rossiccia quando giunge a maturità. Può essere confusa con l’ambrosia, che invece ha un’infiorescenza di colore giallo/verde. La fioritura dell’Artemisia si verifica verso la fine dell’estate e non in primavera, raggiungendo la sua massima concentrazione pollinica tra agosto e settembre.


AMBROSIA
L’ambrosia è simile all’artemisia, con la quale facilmente viene confusa e si presenta come una pianta di altezza variabile da 1 a 2 metri con foglie verdi a forma di piuma o palmate. L’ambrosia costituisce una delle  piante maggiormente allergizzanti presenti sul suolo italiano. La storia di questa pianta è particolare e va ricordato che non esisteva in Italia prima della seconda guerra mondiale; è stata infatti importata involontariamente dai soldati americani e dai reattori degli aerei che provenivano da quelle zone. L’ambrosia è particolarmente presente nel nord Italia, lungo le strade e sulle terre incolte. Impollina soprattutto dalla fine di agosto fino anche alla prima metà di ottobre. Il periodo in cui può dare maggiori sintomi di solito corrisponde alla prima metà di Settembre.

BETULLA
La betulla è una pianta che può raggiungere fino a 30 metri di altezza, presenta un tronco molto ramificato alla base caratterizzato dalla corteccia di colore bianco. e le foglie sono caduche e di forma triangolare. La betulla è una pianta molto diffusa che cresce tra i 400 e i 2000 metri dall’Italia settentrionale fino alla dorsale appenninica ed è spesso presente, oltre che come pianta ornamentale, anche come pianta spontanea.
Va segnalato che la fioritura di questa pianta avviene prima della fogliazione.
Il polline è normalmente presente nel periodo primaverile ed esattamente da marzo a maggio.

Tuttavia la natura perenne e ubiquitaria di alcuni allergeni rende quasi impossibile evitare il contatto con tali sostanze, e ciò richiede il trattamento sintomatico con l'uso di farmaci specificamente rivolti al controllo del broncospasmo e dell'iperreattività delle vie respiratorie, e alla riduzione dell'infiammazione bronchiale.
È stata anche avanzata l'ipotesi che allergeni alimentari, introdotti con l'alimentazione, possano essere responsabili dell'insorgere delle crisi asmatiche, anche se per far ciò sembra necessaria una preesistente condizione patologica, ossia una predisposizione di base, che è quasi sempre un'infiammazione cronica delle vie respiratorie.
La presenza di rinite allergica è considerata un importante fattore di rischio dell'asma. Infatti, molti asmatici soffrono anche di rinite allergica. È  quindi importante valutare l’eventuale presenza di asma in tutti i soggetti che soffrono di rinite allergica e, d'altro canto, trattare efficacemente la rinite nei soggetti asmatici, poich&ecute; è stato osservato che il trattamento efficace della rinite allergica in un soggetto asmatico migliora anche i sintomi dell'asma bronchiale.

LEGGI ANCHE 
ASMA E ALLERGIE
http://cipiri3.blogspot.it/2018/04/asma-e-allergie-piu-precauzione-in.html



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domenica 8 aprile 2018

Scoperta una Pianta che Blocca l’HIV


come fa ad impedire al virus di replicarsi  ?


Nelle foglie di una pianta che cresce solo in Sardegna sono state scoperte sostanze in grado di bloccare due enzimi alla base della replicazione del virus dell’HIV, responsabile dell’AIDS.



Una pianta endemica della Sardegna contiene sostanze in grado di bloccare la replicazione del virus dell'HIV, che è responsabile dell'AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita). Lo ha scoperto un team di ricerca internazionale guidato da studiosi del Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente presso l'Università di Cagliari, dopo aver condotto alcuni specifici test di laboratorio.

La pianta virtuosa è la Hypericum scruglii, scoperta e classificata di recente. Il suo nome è un omaggio al botanico Antonio Scrugli, fatto dal direttore dell’Orto botanico
dell’ateneo cagliaritano Gianluigi Bacchetta.

 L'Hypericum scruglii non si trova ovunque nell'affascinante isola italiana, ma soltanto in alcuni territori centro-orientali, più precisamente ai Tacchi dell’Ogliastra e nel territorio di Laconi.

Ma come riesce a bloccare la replicazione del virus dell'HIV? Gli studiosi, guidati dalla virologa Francesca Esposito e dalla botanica Cinzia Sanna, hanno estratto dalle sue foglie alcuni metaboliti appartenenti alla classe dei floroglucinoli prenilati, che testati su saggi biochimici si sono dimostrati efficaci inibitori di due enzimi chiave alla base della replicazione del virus dell'HIV,
come l'HIV-1 integrasi (IN).

Alcuni dei metaboliti estratti dalla Hypericum scruglii hanno
dimostrato un'efficacia maggiore di altri.

L'idea degli studiosi cagliaritani, che hanno collaborato con i colleghi dell'Università dell'Insubria, dell'Università della Campania e del Max Planck Institute for Chemical Ecology di Jena (Germania), è quella di produrre farmaci antivirali innovativi, in grado di ridurre il numero di medicinali che i pazienti sieropositivi sono costretti ad assumere. Ciò potrebbe essere reso possibile proprio grazie alle qualità dei composti estratti dalla pianta sarda, perfettamente integrati nell'approccio "multitarget" promosso dai ricercatori.

Come ha sottolineato la dottoressa Esposito, non si tratta di una pianta tossica; una specie appartenente allo stesso genere viene già utilizzata come rimedio naturale da alcune comunità sarde per lenire il dolore provocato dalle ustioni.



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sabato 7 aprile 2018

Stratagemma dei genitori No Vax



Avere in mano anche la sola prenotazione del vaccino garantisce, almeno fino alla fine dell'anno, la possibilità di mandare a scuola il proprio bambino senza problemi. Questo prevede la nuova legge sull'obbligo vaccinale. Ma alcune famiglie 'no vax' potrebbero aver sfruttato a loro favore questa deroga, rinviando di continuo la prestazione vaccinale. Uno 'stratagemma' che "potrebbe essere stato utilizzato da qualcuno che vuole differire la vaccinazione e 'occupa' a lungo i posti disponibili: si prenota al nostro call center, ma poi richiama per rimandare l'iniezione. Abbiamo registrato alcuni casi di persone che prenotano e rinviano in continuazione la vaccinazione, anche 3-4 volte. Certo, potrebbe essere dovuto a una malattia improvvisa del bambino, ma è lecito avere dubbi su questo"; dice il direttore sostituto della Uoc Centro vaccinazioni internazionali e attività vaccinali della Asl Roma 1, Anna Maria Rombolà.

"La nostra Asl - racconta - ha da tempo attivato un call center che funziona molto bene e che da subito ha raccolto tantissime prenotazioni, legate non solo all'adempimento dell'obbligo dettato dalla nuova legge, ma anche al nuovo calendario vaccinale. Per completarlo, ogni bambino ha bisogno di circa 12 sedute. Ci siamo dunque trovati con appuntamenti a lunghissimo termine, ad esempio se si chiamasse oggi per fissarne uno verrebbe dato in media a ottobre-novembre. Per questo abbiamo dato parallelamente la possibilità di accesso libero in orari dedicati: le famiglie possono venire per fare i vaccini obbligatori, ma anche quelli con tempistiche molto strette o inderogabili",
tutti i giorni dalle 8 alle 10 circa.

"E questo servizio - assicura - ha avuto molto successo: su circa 700 dosi che vengono somministrate ogni giorno nei centri del nostro territorio, nella metà dei casi la prestazione avviene senza appuntamento. Ma c'è chi preferisce avere sempre e comunque una prenotazione e chi, molto educatamente, la disdice se non può onorarla". In alcuni casi però questo è avvenuto più e più volte, tanto da far crescere il sospetto che si trattasse di un modo per non vaccinare...mai.

Grazie al proprio sistema, assicura Rombolà, "la Asl Roma 1 riesce ad andare incontro a tutte le esigenze. Ci sono genitori che vogliono l'appuntamento, il loro spazio, perché certamente questo dà più affidabilità e la certezza di fare il vaccino senza molta fila. Ma se consideriamo che ogni anno nascono 8.000 bambini nel territorio della Asl Roma 1, e che per ognuno sono necessarie 12 sedute, questo fa sì che noi garantiamo circa 100.000 sedute annuali, pari a circa 600-700 al giorno. Un'attività copiosa, per la quale ringraziamo gli utenti della collaborazione, anche quando ci aiutano dando disdetta tempestivamente se non possono accedere al servizio nel giorno e nell'orario stabilito. L'accesso libero sta comunque dando buoni risultati:
circa la metà dei nostri utenti ha scelto questa opzione".

L'accesso senza prenotazione non è però consentito in tutta la città. La Asl Roma 2, ad esempio, ha deciso di "dedicare più tempo e più spazi per la vaccinazione dei bambini, soprattutto nella fascia 0-24 mesi, consentendo inoltre di ottenere la certificazione sul momento, in qualsiasi sportello Cup sparso sul territorio, senza alcuna prenotazione".

Nei 18 consultori e negli 11 centri vaccinali della seconda azienda sanitaria romana si è dunque "preferito regolamentare l'accesso sempre con prenotazione - fanno sapere dalla Asl - per non dar luogo ad attese sul posto da parte di bambini piccoli e/o accavallamenti con gli utenti che richiedevano le certificazioni e il sistema al momento ha garantito tranquillità nella gestione". Esiste un numero dedicato, un form e un indirizzo mail per richiedere gli appuntamenti, ma per i nuovi nati la prima seduta vaccinale viene fissata subito, al momento della scelta del pediatra di base. Eventuali ritardi, precisano sempre dalla Asl, possono essere dovuti anche alle carenze di vaccini: "quest'inverno ad esempio è mancato spesso il siero contro la varicella".

Tre vittime dall'inizio dell'anno;
 quattro se si considera anche l'episodio del settembre scorso.
C'è un caso Sicilia, dentro il quale ce n'è uno catanese. E' in atto ...
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Sicilia: epidemia di Morbillo che ha già fatto 4 morti



Tre vittime dall'inizio dell'anno; quattro se si considera anche l'episodio del settembre scorso. C'è un caso Sicilia, dentro il quale ce n'è uno catanese. E' in atto una epidemia di morbillo, viene ripetuto.

Venerdì è toccato a un bimbo di 10 mesi perdere la vita. Il piccolo, deceduto come gli altri a Catania, era già sofferente per un difetto interatriale ed era stato ricoverato dal 3 al 16 marzo in Pediatria nel presidio di Nesima per una broncopolmonite
e bronchiolite in presenza di un virus respiratorio sinciziale.

Da qui era stato dimesso perché in miglioramento ed era stato programmato un controllo a distanza di dieci giorni. Successivamente, era stato ricoverato il 27 marzo, nel reparto di Pediatria dell'ospedale di Acireale, per aver contratto il morbillo. Nel pomeriggio del 4 aprile le condizioni respiratorie e cardiocircolatorie si erano aggravate tanto da richiedere la necessità di un trasferimento in Rianimazione del Garibaldi-Centro, dove è morto.

"Il piccolo è stato contagiato da chi non era vaccinato e sappiamo che la mamma aveva contratto il morbillo", afferma il primario del reparto di Rianimazione dell'ospedale Garibaldi Sergio Pintaudi, "tutto questo deve essere di monito. E' essenziale vaccinarsi per proteggere se stessi e gli altri. In Sicilia è in atto una epidemia da morbillo e il picco è registrato a Catania".

L'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza spiega che nel capoluogo etneo si è raggiunta una copertura vaccinale del 91,5%. In aumento, ma non abbastanza considerato che la quota di sicurezza è il 95%. L'Istituto superiore di sanità lo spiega a chiare lettere: l'Isola è di gran lunga la regione con più casi di contagio nei primi mesi del 2018: oltre 200 malati sui 411 casi totali. Di tutti gli episodi di morbillo quest'anno, insomma, la metà è stata registrata in Sicilia.

"Evidentemente c'é una coda dell'epidemia del 2017 - spiega all'Agi Gianni Rezza, direttore dei dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità - nei mesi scorsi avevamo assistito a un numero di casi superiore in altre regioni, dalla Lombardia al Lazio, ora l'epidemia si è spostata in Sicilia". Così, su direttiva del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, la Direzione generale della Prevenzione sanitaria e l'Iss stanno svolgendo una intensa attività di monitoraggio dei fatti accaduti e della situazione sanitaria del territorio interessato,
in stretto raccordo che le autorità regionali e locali.

Avere in mano anche la sola prenotazione del vaccino garantisce,
almeno fino alla fine dell'anno,
la possibilità di mandare a scuola il proprio bambino senza problemi.
Questo prevede la nuova legge sull'obbligo vaccinale.
Ma alcune famiglie 'no vax' potrebbero aver ...
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