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«Mangiare a ‘chilometri zero’ significa anche risparmiare e combattere l’inflazione con cibi locali e di stagione che non subiscono troppe intermediazioni e non devono percorrere lunghe distanze prima di giungere sulle tavole». Lo afferma la Coldiretti commentando l’approvazione da parte del consiglio regionale del Veneto della «legge del chilometro zero», un disegno di legge presentato dalla Coldiretti regionale con il sostegno di venticinque mila firme di cittadini consumatori, che sancisce la preferenza ai prodotti locali in mense, ristoranti e grande distribuzione per combattere i rincari dovuti all’aumento del costo dei trasporti e l’impatto sul clima provocato all’inquinamento con l’emissione di gas serra dei mezzi di trasporto.
L’iniziativa, secondo la Coldiretti, risponde al bisogno di un numero crescente di cittadini che vuole condurre uno stile di vita più attento all’ambiente e alla salvaguardia del clima anche a tavola ed è «un ottimo modo per combattere il caro prezzi in un paese come l’Italia dove – prosegue l’organizzazione degli agricoltori – l’86 per cento dei trasporti avviene ancora su gomma e dove i costi della logistica arrivano ad incidere per addirittura un terzo del prezzo di frutta e verdura».
Insomma, dopo l’autorganizzazione di cittadini e produttori con i Gruppi di acquisto solidale e la scelta di alcuni ristoranti, anche le istituzioni di svegliano?
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«Mangiare a ‘chilometri zero’ significa anche risparmiare e combattere l’inflazione con cibi locali e di stagione che non subiscono troppe intermediazioni e non devono percorrere lunghe distanze prima di giungere sulle tavole». Lo afferma la Coldiretti commentando l’approvazione da parte del consiglio regionale del Veneto della «legge del chilometro zero», un disegno di legge presentato dalla Coldiretti regionale con il sostegno di venticinque mila firme di cittadini consumatori, che sancisce la preferenza ai prodotti locali in mense, ristoranti e grande distribuzione per combattere i rincari dovuti all’aumento del costo dei trasporti e l’impatto sul clima provocato all’inquinamento con l’emissione di gas serra dei mezzi di trasporto.
L’iniziativa, secondo la Coldiretti, risponde al bisogno di un numero crescente di cittadini che vuole condurre uno stile di vita più attento all’ambiente e alla salvaguardia del clima anche a tavola ed è «un ottimo modo per combattere il caro prezzi in un paese come l’Italia dove – prosegue l’organizzazione degli agricoltori – l’86 per cento dei trasporti avviene ancora su gomma e dove i costi della logistica arrivano ad incidere per addirittura un terzo del prezzo di frutta e verdura».
Insomma, dopo l’autorganizzazione di cittadini e produttori con i Gruppi di acquisto solidale e la scelta di alcuni ristoranti, anche le istituzioni di svegliano?
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