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venerdì 30 novembre 2012

la casa Feng Shui


Di stanza in stanza, la casa Feng Shui
La casa è uno spazio vivo
, un nido in cui i flussi energetici provenienti dall’esterno interagiscono con le forze interne anch’esse in costante comunicazione reciproca. "Spargere" il Feng shui in casa significa valorizzare queste vibrazioni, dal momento che il Feng shui è l’insieme di norme codificate per migliorare l’interazione tra l’uomo e l’ambiente in
cui si va a inserire. Guillaime Apollinaire, scrittore francese, ha saputo descrivere bene la sua casa ideale: un’abitazione che accogliesse una donna ragionevole, un gatto in esplorazione tra i libri, degli amici in ogni stagione senza i quali dichiarava di non poter vivere. Chi e cosa mettere in casa lo lasciamo decidere a voi, noi vi diamo solo qualche regola aurea interna all’antica pratica cinese che vi aiuterà a creare una casa che abbia l’anima. E, se volete, prima di mettere a soqquadro i quadri e fare un bagno di sudore per spostare i mobili, cimentatevi in un un test Feng Shui per la casa, per capire quanta armonia trasmette il vostro spazio abitativo.



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mercoledì 28 novembre 2012

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martedì 27 novembre 2012

SCIENZA: il mais OGM provoca il cancro

OGM provoca il cancro


Studio choc, il mais OGM provoca il cancro

Uno studio evidenzia la cancerogenicità del Mais della Monsanto.

La Russia ne sospende l’import

La notizia di uno studio dal quale emerge la cancerogenicità del mais OGM commercializzato dalla Monsanto era stata pubblicata il 20 settembre con un articolo del Corriere della Sera che titolava “Gli ogm possono causare tumori?

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SCIENZA: il mais OGM provoca il cancro: Studio choc, il mais OGM provoca il cancro Uno studio evidenzia la cancerogenicità del Mais della Monsanto. La Russia ne sospende l’...

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La dieta e gli errori più comuni

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La dieta e gli errori più comuni


Gli errori
Gli errori più comuni tra le persone a dieta, disattenzioni che spesso portano ad abbandonare il regime alimentare scelto per perdere peso.

 Saltare la colazione
La maggior parte delle persone a dieta salta la colazione: un errore gravissimo che porta ad affrontare la giornata con troppa fame.

La fretta fa spesso saltare anche gli spuntini previsti dalla maggior parte delle diete e questo porta ad arrivare al pranzo e alla cena a ridotto contenuto calorico, con una fame che si fa fatica a gestire.

Uno spuntino tira l'altro
È anche vero però, che alcune persone a dieta hanno la tendenza opposta e magari fanno più spuntini del dovuto per colmare il senso di fame.

Bere acqua
C'è chi per calmare il languorino ricorre ad alcolici e succhi di frutta, ignorando spesso, il loro elevato contenuto calorico e dimenticando, invece, la necessità di bere tanta acqua, almeno 2 litri al giorno.

Cibi a ridotto contenuto di grassi
Molte persone, inoltre, quando sono a dieta tendono ad aumentare il consumo dei cibi a ridotto contenuto di grassi ignorando che spesso hanno pochi grassi, ma tantissime calorie.

Cibo take away
Molti poi, per evitare di pesare tutto, ricorrono al cibo da asporto, non tenendo conto che anche se la porzione è piccola, i cibi take-away sono spesso molto calorici. 

Attenzione ai latticini
Chi è a dieta tende a esagerare con i latticini, ma anche un recente studio scientifico ha ribadito come mangiare più latticini non aiuti a dimagrire, perciò meglio assumere prodotti ottenuti da latte scremato e yogurt magro, ma senza eccedere. 
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No alle diete troppo rigide
È bene non scegliere una dieta troppo rigida: se le calorie sono troppo poche il metabolismo rallenta e bruciare i grassi diventa più faticoso. 


Non farsi ossessionare dal peso
Il peso e la bilancia non devono diventare una fissazione: quando si è a dieta bisognerebbe pesarsi non più di una volta a settimana e dalla dieta che si sta seguendo non ci si devono aspettare miracoli. Il peso deve essere perso in maniera lenta, ma continuativa e poi, perché una dieta funzioni deve prevedere una buona dose di attività fisica. 

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lunedì 26 novembre 2012

fumare fa male al cervello


 Composizione di una sigaretta:
1. Uscita del fumo principale
2. Materiale filtrante (carbone attivo ed altri)
3. Adesivo
4. Fori di ventilazione (non sempre presenti)
5. Inchiostro
6. Adesivo
7. Uscita del fumo secondaria
8. Filtro
9. Carta del filtro
10. Tabacco e additivi
11. Carta
12. Punto di combustione e ceneri

La rivista - Age and Ageing, journal che pubblica studi commissionati sulla tematica delle cause esterne che possono portare all’invecchiamento cognitivo, ha pubblicato uno studio condotto da Alex Dregan del King’s College di Londra su quali siano i fattori di rischio cardiovascolare sul cervello, (come per esempio la pressione alta, l’obesità ed il fumo).
Lo studio - Studiando i vari fattori e la loro incidenza sulla salute del cervello, è emerso che vi è un consistente legame tra fumo e declino cognitivo. Dopo aver studiato le abitudini di 8.800 persone con più di 50 anni per oltre 8 anni, sono riusciti a dimostrare che fumare fa marcire il cervello, danneggia le capacità di apprendimento, ragionamento e la capacità di immagazzinare informazioni (dunque anche la memoria).
Il confronto - Misurando le funzioni cognitive di ciascuna persona nel corso del tempo con test specifici e dati incrociati è stato confermato questo legame che già in un recente studio di Severine Sabia della University College di Londra secondo il quale il legame era solo per soggetti di sesso maschile. Secondo la ricerca condotta da Sabia il cervello dei maschi fumatori invecchia molto più rapidamente di quello dei loro coetanei che non fumano. Facendo una media il cervello di un uomo fumatore è circa 10 anni più vecchio rispetto a quello di una persona di pari età anagrafica non fumatrice.
I consigli - Vedendo anche i risultati raggiunti da questo studio, Alex Dregan ha dimostrato che il fumo accellera il declino cognitivo più dell’ipertensione. Lo stesso Dregan consiglia un cambiamento allo stile di vita: “Abbiamo bisogno di rendere le persone consapevoli della necessità di apportare alcuni cambiamenti allo stile di vita per evitare la perdita delle capacità mentali”.

Scritto da  Mathew Myladoor

Fumare troppe sigarette 

raddoppia il rischio di emorragia cerebrale


Non sapete resistere al fascino della ‘bionda’ e vi ritrovate a fumare più di 20 sigarette al giorno? Ebbene, attenzione! Così, raddoppiate le probabilità di incorrere nell’emorragia cerebrale in seguito alla rottura di un aneurisma.

Ad arrivare a questa importante conclusione è stata la Seoul National University Hospital, attraverso uno studio pubblicato sul ‘Journal of Neurology Neurosurgery and Psychiatry’.

Sono stati presi come ‘campione’ un gruppo di 426 pazienti con sanguinamenti al cervello, e sono stati posti a paragone con un gruppo di 426 individui sani.
Quelli che fumavano più di 20 sigarette al giorno avevano più del doppio delle probabilità di incorrere in rottura di un aneurisma cerebrale, rispetto a quelli che non avevano mai fumato. Il rischio di aneurisma, in chi decide di smettere di fumare, scompare solamente dopo 10-15 anni.
Ecco quanto riportato da 'La Stampa':
"Lo studio è stato condotto da un team di ricercatori coreani e ha preso in esame 426 casi di emorragie cerebrali, o emorragia subaracnoidea, registrati negli ospedali coreani. Insieme a questi, sono stati presi in esame altrettanti dati riguardanti 426 persone che non erano stati vittima di emorragia e che facevano in questo caso da gruppo di controllo.
I partecipanti allo studio avevano un’età media di 50 anni. Di questi, i ricercatori hanno analizzato lo stile di vita, l’eventuale abitudine al fumo e la storia medica. Le informazioni dettagliate ottenute hanno subito permesso agli autori di constatare che tra chi aveva subito un’emorragia cerebrale vi era un numero maggiore di fumatori. Allo stesso modo erano in numero significativo coloro che avevano alle spalle una familiarità di ipertensione o ictus.
Tra le vittime della rottura di aneurisma, quasi il 38% erano fumatori; tra chi apparteneva al gruppo di controllo vi erano stati in seguito casi di emorragia in circa il 24%.
I dati, scremati dei fattori confondenti come per esempio la storia familiare, il peso corporeo, lo stress, l’orario di lavoro e l’assunzione di sale, sono risultati comunque a sfavore dei fumatori che continuavano ad avere tre volte più probabilità di subire un’emorragia cerebrale, rispetto ai non fumatori.
Vi sono comunque speranze e buone notizie per chi invece ha smesso o intende smettere di fumare: in questo caso, secondo lo studio, il rischio di rottura dell’aneurisma scende del 59% dopo cinque o più anni dalla cessazione, allineandosi a quello di chi non fuma.
Tuttavia, avvertono i ricercatori, il fumo può provocare danni permanenti alla struttura delle arterie che rimangono a rischio rottura aneurisma anche dopo aver smesso di fumare, per cui la soluzione migliore resta sempre quella di non fumare proprio".
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SITO INTERNET
CHE SI PROPONE DI 
ESPANDERE
IL 
LAVORO CREATIVO


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venerdì 23 novembre 2012

Fermiamo l'AIDS sul nascere





 Spot Cesvi FERMIAMO L'AIDS SUL NASCERE

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 Il nuovo spot Cesvi per la campagna "Fermiamo l'Aids sul nascere" con la partecipazione dei 5 testimonial Claudio Bisio, Alessio Boni, Lella Costa, Cristina Parodi e il Trio Medusa

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Zimbabwe, 9 maggio 2001: nasce Takunda, che in lingua locale significa “Abbiamo vinto”. Takunda è il primo bambino africano nato sano da una mamma sieropositiva, grazie ad una cura farmacologica che riduce la trasmissione del virus dalle mamme ai neonati. Da allora 3.000 bambini hanno beneficiato del progetto.


La campagna Cesvi di lotta all’AIDS riguarda la prevenzione del contagio madre-figlio, la cura delle persone già affette e il supporto psicosociale ai malati e agli orfani dell’AIDS.
Il progetto "Fermiamo l'AIDS sul nascere", avviato nel 2001 da Cesvi nel piccolo ospedale Saint Albert in Zimbabwe, è oggi attivo in Congo RD, Uganda, Sudafrica, Kenya e Vietnam per salvare la vita a migliaia di bambini e alle loro mamme sieropositive.
Grazie ad un efficace farmaco somministrato alla mamma e al neonato è possibile curare il bambino, diminuendo drasticamente le probabilità di contagio.

I dati sulla diffusione del virus HIV in Africa e in Asia sono ancora allarmanti.
34 milioni di persone sono state contagiate. Il 67% dei sieropositivi nel mondo vive nell’Africa sub-sahariana.
Esiste una cura efficace per diminuire le probabilità di contagio e salvare la vita a migliaia di bambini e di mamme sieropositive.
Insieme stiamo vincendo l’AIDS in Africa. Non fermiamoci.
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giovedì 22 novembre 2012

Cina: il frutto della salute, le bacche di Goji



 le bacche di Goji


Frutto spontaneo che cresce in Cina, le bacche del Lycium barbarum, meglio note come bacche di Goji o Wolfberry, sono molto diffuse sul mercato anglosassone come integratore e si trovano attualmente anche in Europa sotto forma di bacche essiccate o come succo. Il loro sapore ricorda molto da vicino quello dei mirtilli. Queste bacche, inoltre, si presentano carnose e dal colore rosso acceso. Conosciute anche nella medicina tradizionale cinese da oltre 5000 anni, si bevono preventivamente cotte o in infusione nel té.
Tra i vari miti che le circondano, frutto di astute campagne di marketing, anche il nome commerciale di bacche himalayane o bacche tibetane, che non hanno relazione con la loro zona di origine, che è la Cina. Inoltre, il fatto che i wolfberry conterrebbero dei polisaccaridi ne ha fatto un health food molto richiesto dal mercato, sebbene risultati confermati da studi scientifici veri e propri al momento non ce ne siano. E non manca la parabola di un certo Li Qing Yuen che, consumando abitualmente le bacche di Goji arrivò a vivere ben 252 anni! Sarà per questo che il prezzo di questo alimento è molto alto.
Ma cosa contengono questi potenziali frutti della salute?
Oltre ad amminoacidi ed antiossidanti, in grado di rafforzare le difese immunitarie e aiutare a bruciare i grassi, le bacche di Goji contengono molti numerosi nutrienti come le vitamine del gruppo B ed E, sali minerali, antiossidanti, carotenoidi, flavonoidi, polisaccaridi e acido linoleico, una sostanza che sarebbe in grado di stimolare la massa grassa e apportare benefici sul sistema immunitario.
Grazie al basso indice glicemico, inoltre, questi frutti possono assicurare facilmente un effetto saziante senza apportare un carico calorico ingente.
Anche se le caratteristiche delle bacche di Goji sembrerebbero indicare la presenza di proprietà benefiche per la salute (come le proprietà antiossidanti utili per il contrasto dei radicali liberi) e vengono considerati ricchissimi di vitamina C (ma ne contengono quanto arance e limoni), non ci sono al momento studi clinici che confermino in modo incontestabile ed univoco che questi siano veri e propri ‘frutti della salute’.

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