le bacche di Goji
Frutto spontaneo che cresce in Cina, le bacche del Lycium barbarum, meglio note come bacche di Goji o Wolfberry, sono molto diffuse sul mercato anglosassone come integratore e si trovano attualmente anche in Europa sotto forma di bacche essiccate o come succo. Il loro sapore ricorda molto da vicino quello dei mirtilli. Queste bacche, inoltre, si presentano carnose e dal colore rosso acceso. Conosciute anche nella medicina tradizionale cinese da oltre 5000 anni, si bevono preventivamente cotte o in infusione nel té.
Tra i vari miti che le circondano, frutto di astute campagne di marketing, anche il nome commerciale di bacche himalayane o bacche tibetane, che non hanno relazione con la loro zona di origine, che è la Cina. Inoltre, il fatto che i wolfberry conterrebbero dei polisaccaridi ne ha fatto un health food molto richiesto dal mercato, sebbene risultati confermati da studi scientifici veri e propri al momento non ce ne siano. E non manca la parabola di un certo Li Qing Yuen che, consumando abitualmente le bacche di Goji arrivò a vivere ben 252 anni! Sarà per questo che il prezzo di questo alimento è molto alto.
Ma cosa contengono questi potenziali frutti della salute?
Oltre ad amminoacidi ed antiossidanti, in grado di rafforzare le difese immunitarie e aiutare a bruciare i grassi, le bacche di Goji contengono molti numerosi nutrienti come le vitamine del gruppo B ed E, sali minerali, antiossidanti, carotenoidi, flavonoidi, polisaccaridi e acido linoleico, una sostanza che sarebbe in grado di stimolare la massa grassa e apportare benefici sul sistema immunitario.
Grazie al basso indice glicemico, inoltre, questi frutti possono assicurare facilmente un effetto saziante senza apportare un carico calorico ingente.
Anche se le caratteristiche delle bacche di Goji sembrerebbero indicare la presenza di proprietà benefiche per la salute (come le proprietà antiossidanti utili per il contrasto dei radicali liberi) e vengono considerati ricchissimi di vitamina C (ma ne contengono quanto arance e limoni), non ci sono al momento studi clinici che confermino in modo incontestabile ed univoco che questi siano veri e propri ‘frutti della salute’.
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