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mercoledì 17 gennaio 2018

Fuoco di Sant’Antonio



(HERPES ZOSTER): CAUSE, SINTOMI E RIMEDI

Che cos'è

Il Fuoco di Sant’Antonio, o nel suo nome scientifico Herpes Zoster, è una malattia infettiva molto
dolorosa dovuta al virus della varicella infantile (varicella-zoster virus o VZV),
 lo stesso che causa la varicella.
In effetti la malattia è una vera e propria riattivazione del virus della varicella. Chi non ne ha sofferto, non può avere il fuoco di Sant’Antonio.
La malattia si manifesta con un’eruzione cutanea ricca di vescicole, molto dolorosa, di solito a forma di fascia e limitata a un solo lato del corpo.

Come funziona

Quando si entra in contatto con il virus varicella-zoster (VZV), chi non è vaccinato si ammala di

Varicella. Questa malattia colpisce per lo più i bambini tra i 5 e i 10 anni tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, provocando un rash cutaneo tipico caratterizzato da vescicole pruriginose che presto si trasformano in croste per poi guarire.

Alla guarigione dalla varicella, il sistema immunitario elimina il virus dalla maggior parte del corpo.

Purtroppo il VZV si rifugia nelle cellule nervose, nel ganglio dorsale, adiacente al midollo spinale, o nel ganglio semilunare, alla base del cranio. Lì resta inattivo o latente, cioè in una fase di “letargo”.

L’Herpes Zoster è una riattivazione del virus VZV. Dopo anni o anche decenni di letargia, il virus può uscire dalle cellule nervose, correre lungo il nervo e provocare l’infezione nella zona di cute su cui quel nervo passa. Inoltre il virus può passare tramite i gangli nervosi su più nervi e colpire così una zona più estesa. Il sistema immunitario solitamente blocca l’avanzare sul nervo del VZV, ricacciandolo nei gangli, da dove non può fare danni. Tuttavia se il sistema immunitario non funziona a dovere il virus si può muovere più facilmente.

Arrivato alla pelle lo Zoster scatena un’infiammazione locale con bolle, dette vescicole, che si riempiono di linfa e sangue per poi rompersi e formare croste. Questa fase dura tra i 10 e i 15 giorni. Poi le croste cadono e la pelle guarisce.

Il forte dolore, che può comparire anche alcune settimane prima dell’eruzione cutanea e durare a lungo dopo che le croste sono passate, è dovuto all’infiammazione scatenata dal passaggio del virus sul nervo (non sulla pelle).

Di solito il fuoco di Sant’Antonio appare nella zona addominale o toracica,
su un solo lato. Più raramente sul viso.


Contagio

I motivi per cui il virus della varicella si riattivi diventando uno Zoster non sono ancora sicuri. Quello che è chiaro è che l’immunocompromissione ha un ruolo fondamentale. Se le difese immunitarie si
abbassano, è molto più facile che compaia la malattia.

Tra i fattori che possono diminuire le difese immunitarie, citiamo l’età avanzata, lo stress psicologico, la risposta ad alcuni farmaci, l’infezione da HIV e l’esposizione a immunotossine.

Il virus è molto infettivo, dunque può facilmente trasmettersi da una persona con la manifestazione
cutanea a un’altra persona che ne tocchi le vescicole e che non abbia l’immunità al virus. La persona
contagiata svilupperà però la varicella, e non lo Zoster. Il malato con il fuoco di Sant’Antonio, così come quello con la varicella, saranno contagiosi fino a quando le vescicole non si saranno trasformate in croste. Se le vesciche si devono ancora formare o se sono già passate, non si è contagiosi.


Sintomi

I sintomi precedenti l’eruzione cutanea sono molto vari e ambigui: mal di testa, febbre, malessere,
ipersensibilità, sensazione di bruciore. Alle volte può esserci dolore, anche se è raro nei bambini. Il rash cutaneo caratteristico si può presentare da 1 giorno fino a 3 settimane dopo la comparsa dei primi sintomi.

Questa varietà di sintomi aspecifici crea grandi difficoltà alla diagnosi precoce. Di solito nel caso se ne intuisca il possibile arrivo, si procede con un esame del sangue che verifichi la presenza degli anticorpi Zoster IGM e IGG.
La presenza di questi anticorpi indica una risposta immunitaria attiva contro il virus.

Se appare l’eruzione cutanea, la sua forma è così particolare e tipica che un semplice controllo visivo di solito è sufficiente alla diagnosi.


Conseguenze

L’Herpes Zoster si risolve in circa 3-5 settimane. Tuttavia può avere delle complicanze.
Tra le più gravi, se lo Zoster attacca il nervo trigemino e colpisce il viso nella zona degli occhi, può
danneggiare la cornea e causare la cecità.

Se coinvolge l’orecchio (caso per fortuna raro), attaccando il nervo vestibolo-cocleare,
 si rischiano vertigini e la perdita dell’udito.

Altre volte può causare nevralgia posterpetica, un’alterazione dei nervi nel tradurre gli stimoli esterni. A seconda del caso non si sentirà più il dolore anche quando si dovrebbe, lo si sentirà anche quando non c’è, si proveranno prurito o formicolii e tutta la gamma di possibilità tra questi stati.
Infine, si registrano infezioni batteriche secondarie e problemi motori.

Chi colpisce

Ogni anno in Italia sono oltre 300mila le persone colpite dal fuoco di Sant’Antonio. La frequenza della malattia è di circa 3 malati ogni 1.000 individui, ma la frequenza sale tra il 4 e il 12 per mille se si considera una popolazione di ultra 65enni.
I tassi d’incidenza dello zoster sono simili in tutto il mondo.

Inoltre non si verificano epidemie e non vi è un legame con la stagione.
Di solito si manifesta una sola volta nella vita: uno studio statunitense del 1960 aveva analizzato un
gruppo d’individui di oltre 85 anni evidenziando che 1 su 2 aveva già avuto un attacco di fuoco si
Sant’Antonio, ma solo 1 su 100 ne aveva avuti almeno due.

Le persone di colore hanno un rischio minore di avere il fuoco di Sant’Antonio, mentre ci sono studi
discordanti che affermano che il rischio sia maggiore per le donne che per gli uomini. Infine, uno studio del 2008 e un successivo del 2010 hanno dimostrato non c’entrano né motivi genetici né una storia familiare della malattia.

Che cosa scateni la riattivazione del virus herpes-zoster non è ancora molto chiaro. Si pensa che
l’imputato numero uno sia un abbassamento del sistema immunitario,
per malattie o stress o la risposta ad alcuni farmaci.

Prevenzione

Gli adulti che hanno contratto il virus VZV, se vengono in contatto frequentemente con bambini con la varicella ricevono una spinta immunitaria che previene la comparsa dello Zoster.
Per chi non avesse questa possibilità, da gennaio 2017 rientra nel nuovo piano vaccinale italiano la
vaccinazione gratuita antizoster a partire dai 65 anni. Il vaccino agisce come profilassi, rafforza il
sistema immunitario contro questo virus, ne previene la riattivazione.

E’ stato dimostrato che nella popolazione vaccinata l’incidenza del fuoco di Sant’Antonio si riduce di quasi il 50%.Negli Stati Uniti, il vaccino è raccomandato agli over-60 dal 2007.

Rimedi

Il trattamento dello Zoster si limita a far passare il dolore e a accelerare la fine della malattia. Per
accelerare il decorso della malattia fino a bloccarla si usano farmaci antivirali. Questo trattamento riduce anche la gravità della malattia.
Nel mentre, ci si concentra nell’attenuare il dolore. Sono utili a questo scopo:
Impacchi freddi applicati sull’area colpita
Sotto prescrizione del medico, analgesici se il dolore è lieve, meglio se in formula fluida o cremosa da applicare localmente sulla zona colpita dall’eruzione.

Curiosità

Il nome Herpes Zoster deriva dalle parole greche serpente e cintura. In effetti queste due parole ben
descrivono la manifestazione tipica dell’Herpes Zoster e la sensazione associata: una cintura infuocata che striscia sulla pelle.
In passato era chiamato anche “Fiamme di Satana” perché molto doloroso e
perché crea un bruciore vivo a chi ne soffre.
Il suo nome più comune, fuoco di Sant’Antonio, deriva dall’usanza, nell’antichità, di invocare
Sant’Antonio Abate a intercedere per la guarigione dalla malattia. Il motivo di questa invocazione è che il santo è legato all’uso fuoco, che avrebbe usato per
scacciare gli invasori e salvare gli abitanti di una città.
La malattia è nota fin dal 1700 quando i dermatologi inglesi Willan Robert e Bateman Thomas la
descrivono e ne disegnano gli sfoghi sulla pelle. Le rappresentazioni della malattia si susseguono con
incisioni acquarellate nel corso del XIIX secolo e con le prime fotografie durante il XIX sec. all’interno degli atlanti dermatologici.
Fu però solo nel 1965 che si intuì il nesso tra l’herpes zoster e la varicella.

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