Lo dice una ricerca pubblicata su Jama Psychiatry: il consumo abituale di cannabis avrebbe conseguenze negative molto marginali. Almeno per gli under 38
Gli effetti sulla salute di un consumo costante e prolungato di marijuana? Pochissimi, praticamente nessuno. A dirlo è una ricerca guidata dall’Arizona State University, pubblicata su Jama Psychiatry, che ha analizzato a fondo i dati di 1037 giovani neozelandesi, monitorati nel loro consumo di cannabis dalla nascita fino all’età di 38 anni. Morale: l’unico effetto dovuto alla marijuana sarebbe un peggioramento generale della salute dei denti.
Per il resto, in modo quasi sorprendente, i ricercatori hanno scoperto che il consumo abituale di cannabis sarebbe in qualche modo legato a un indice di massa corporea più basso, a un girovita più stretto e a livelli più contenuti di colesterolo nel sangue. Questo, dunque, sembrerebbe suggerire un effetto positivo sul metabolismo. Il consumo di tabacco, al contrario, è stato collegato ancora una volta a problemi anche gravi all’apparato respiratorio.
“Non possiamo certo dire che non ci sia alcuna controindicazione all’uso della marijuana – ha voluto specificare il dottor Kevin Hill, esperto dell’Harvard Medical School, – ma queste ricerche sembrano suggerire che gli effetti sono meno gravi di quanto credessimo in passato”.
Uno studio del 2012 aveva infatti rilevato nei ragazzi di età inferiore ai 18 anni abituati a fumare erba una riduzione di 8 punti nel proprio quoziente intellettivo rispetto ai coetanei. La stessa ripercussione, però, non era stata registrata tra i fumatori maggiorenni.
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