I GRASSI ACCENDONO L'ORMONE DELLA FAME
Tutta colpa di patate fritte, formaggi cremosi e maionese.
A risvegliare l’ormone della fame, che ci spinge a rimpinzarci e quindi ad accumulare chili di troppo, non è il fatto di avere lo stomaco vuoto, ma piuttosto l’assaggio di cibi grassi.
Secondo una ricerca condotta dall’Università di Cincinnati (Usa), infatti, sembra che la grelina (meglio nota come ormone della fame), sia attivata proprio dai grassi presenti nel cibo che mangiamo.
Un meccanismo che entra in gioco per ottimizzare il metabolismo dei nutrienti e favorire lo stoccaggio dei grassi corporei. Lo studio, spiega il team di Matthias Tschop su Nature Medicine, punta il dito sul ruolo dell’enzima Goat nello stomaco, responsabile dell’attivazione della grelina. Si tratta, secondo i ricercatori, di un possibile bersaglio per future terapie mirate a trattare le malattie metaboliche e l’obesità.
La grelina si accumula durante i periodi di digiuno e si trova nell’organismo in alte concentrazioni poco prima del pasto. Se somministrata in dosi farmacologiche, agisce nel cervello stimolando animali e uomini a mangiare.
Ma i nuovi dati dei ricercatori americani suggeriscono che gli acidi grassi necessari per l’attivazione dell’ormone arrivano direttamente dai lipidi ingeriti nel menù. Per dimostrarlo i ricercatori hanno usato un modello di topolini geneticamente modificato, con il gene per l’enzima Goat spento.
Così si è visto che questi animali, nonostante una dieta ricca di grassi, accumulavano peso meno degli esemplari normali. Il contrario accadeva negli animali in cui il gene era iper-espresso. Insomma, «più Goat vuol dire accumulare più peso» se si segue una dieta ipercalorica, conclude lo studioso.
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