sulle protesi al seno
Segnalate 47 disfunzioni: quattro aziende nel mirino
Mentre il Governo vuole proibire gli interventi di chirurgia plastica al seno alle minorenni e il sottosegretario alla Salute Francesca Martini annuncia che il provvedimento è in rampa di lancio, la Procura di Torino ha aperto un’inchiesta sulle protesi mammarie.
Il procuratore Raffaele Guariniello, in seguito alla segnalazione di un medico torinese su un caso di malfunzionamento, ha chiesto al ministero della Salute i dati su difetti e anomalie di questo tipo di impianti. Allarmante il risultato: nell’ultimo anno sono state segnalate 47 disfunzioni. Quattro le aziende nel mirino della magistratura, una delle quali è responsabile di ben 25 casi. Guariniello punta a verificare quali siano le carenze e le imperfezioni e quali azioni correttive siano state intraprese. Al momento non ci sono ancora indagati e le ipotesi di reato, a seconda di come si svilupperanno le indagini, potrebbero andare dall’immissione in commercio di prodotti pericolosi per la salute alla frode in commercio fino alle lesioni personali se emergessero circostanze in cui sia stato necessario reimpiantare le protesi.
La passione per un decoltè mozzafiato, intanto, non accenna a diminuire. La recente ricerca dell’American Society for Aesthetic Surgery - relativa agli interventi del 2008 negli Stati Uniti - dimostra che per la prima volta il desiderio di una quarta generosa batte quello di un giro-vita o giro-cosce più snelle. Sono 355.600, infatti, le donne che si sono rifatte il seno contro le 341.1000 che hanno richiesto la liposuzione. Seguono in classifica la blefaroplastica (occhi) con 195.400 casi, rinoplastica (naso) 152.400 e addominoplastica (pancia) con 147.400.
L’attenzione di Guariniello al problema è in linea con le maggiori garanzie richieste dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini.
Tra le priorità individuate da quest’ultima c’è proprio il registro delle protesi mammarie, per garantire la piena tracciabilità. L’istituzione del registro è destinato a tutte le donne che ricorrono alla chirurgia sia a fini ricostruttivi (per esempio a seguito di un’operazione per la rimozione di un carcinoma al seno), sia a fini estetici. Il seno prosperoso resta comunque un must, complice anche l’effetto mediatico di alcuni personaggi del piccolo e grande schermo. Anche se in realtà non mancano le contraddizioni. E così, a fronte delle ragazze che chiedono come regalo per i 18 anni un seno nuovo, sull’onda del successo della «tettona» dell’ultimo Grande Fratello, Cristina Del Basso, c’è una schiera di primedonne che rinnega l’operazione.
Per rimanere in territorio nostrano basti pensare ad Anna Falchi. Ex Mrs. «Poppea» del vanziniano S. P.Q.R, ex ragazza calendario e oggi produttrice e critica cinematografica, la bellissima attrice italo-finlandese è categorica: «Sconsiglio a tutte le giovani di rifarsi il seno. È un errore di cui ci si pente».
Oltre occeano, Pamela Anderson, ex bagnina di «Bay Watch», dopo aver fatto aumentare con coraggiosa abbondanza la sua misura di reggipetto era ricorsa a un secondo intervento per ridurla. Per non parlare degli incidenti di percorso. Come il caso celebre della soubrette Carmen Di Pietro, alla quale, diversi anni fa, esplose una protesi durante un viaggio in aereo. Ma erano altri tempi. Oggi ci sono meno rischi e su questi farà la luce la Procura torinese.
Il procuratore Raffaele Guariniello, in seguito alla segnalazione di un medico torinese su un caso di malfunzionamento, ha chiesto al ministero della Salute i dati su difetti e anomalie di questo tipo di impianti. Allarmante il risultato: nell’ultimo anno sono state segnalate 47 disfunzioni. Quattro le aziende nel mirino della magistratura, una delle quali è responsabile di ben 25 casi. Guariniello punta a verificare quali siano le carenze e le imperfezioni e quali azioni correttive siano state intraprese. Al momento non ci sono ancora indagati e le ipotesi di reato, a seconda di come si svilupperanno le indagini, potrebbero andare dall’immissione in commercio di prodotti pericolosi per la salute alla frode in commercio fino alle lesioni personali se emergessero circostanze in cui sia stato necessario reimpiantare le protesi.
La passione per un decoltè mozzafiato, intanto, non accenna a diminuire. La recente ricerca dell’American Society for Aesthetic Surgery - relativa agli interventi del 2008 negli Stati Uniti - dimostra che per la prima volta il desiderio di una quarta generosa batte quello di un giro-vita o giro-cosce più snelle. Sono 355.600, infatti, le donne che si sono rifatte il seno contro le 341.1000 che hanno richiesto la liposuzione. Seguono in classifica la blefaroplastica (occhi) con 195.400 casi, rinoplastica (naso) 152.400 e addominoplastica (pancia) con 147.400.
L’attenzione di Guariniello al problema è in linea con le maggiori garanzie richieste dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini.
Tra le priorità individuate da quest’ultima c’è proprio il registro delle protesi mammarie, per garantire la piena tracciabilità. L’istituzione del registro è destinato a tutte le donne che ricorrono alla chirurgia sia a fini ricostruttivi (per esempio a seguito di un’operazione per la rimozione di un carcinoma al seno), sia a fini estetici. Il seno prosperoso resta comunque un must, complice anche l’effetto mediatico di alcuni personaggi del piccolo e grande schermo. Anche se in realtà non mancano le contraddizioni. E così, a fronte delle ragazze che chiedono come regalo per i 18 anni un seno nuovo, sull’onda del successo della «tettona» dell’ultimo Grande Fratello, Cristina Del Basso, c’è una schiera di primedonne che rinnega l’operazione.
Per rimanere in territorio nostrano basti pensare ad Anna Falchi. Ex Mrs. «Poppea» del vanziniano S. P.Q.R, ex ragazza calendario e oggi produttrice e critica cinematografica, la bellissima attrice italo-finlandese è categorica: «Sconsiglio a tutte le giovani di rifarsi il seno. È un errore di cui ci si pente».
Oltre occeano, Pamela Anderson, ex bagnina di «Bay Watch», dopo aver fatto aumentare con coraggiosa abbondanza la sua misura di reggipetto era ricorsa a un secondo intervento per ridurla. Per non parlare degli incidenti di percorso. Come il caso celebre della soubrette Carmen Di Pietro, alla quale, diversi anni fa, esplose una protesi durante un viaggio in aereo. Ma erano altri tempi. Oggi ci sono meno rischi e su questi farà la luce la Procura torinese.
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Dalla Francia arriva un nuovo allarme cancro causato da protesi mammarie.
Dopo il caso PIP
(Poly Implant Prothese), legato alla truffa di un industriale che fabbricava impianti difettosi, le autorità sanitarie del Paese hanno denunciato l’aumento di un particolare tumore, il Linfoma anaplasico a grandi cellule, legato a diversi impianti mammari. Gli specialisti dell’Istituto sul cancro, ha reso noto il quotidiano Le Parisien, che si sono riuniti sull’argomento, propongono di classificare la nuova specifica malattia negli annali dell’Organizzazione mondiale della sanità.
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