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venerdì 21 gennaio 2022
Corbevax, il Vaccino senza Brevetti
Sviluppato in Texas con tecnologia a proteine ricombinanti, promette di essere
la svolta per i paesi poveri.
Cos'è e come Funziona.
L'hanno subito etichettato come «il vaccino anti Covid-19 per il mondo». Nel senso che il suo sviluppo è libero, nel gergo informatico si direbbe «open source» ed economico: una dose dovrebbe costare circa 1.5 euro rispetto ai circa 21 del siero di Moderna, 15 euro di quello
di Pfizer e 3 euro di AstraZeneca.
Si chiama Corbevax ed è stato sviluppato al Children’s Hospital Center for Vaccine Development del Texas, a Houston, insieme al Baylor College of Medicine sempre a Houston, a un costo infinitesimale rispetto agli stanziamenti ricevuti dai colossi che stanno immunizzando il mondo: appena 7 milioni di dollari, in gran parte messi sul piatto da investitori privati. Minimo il supporto dall’Operation Warp Speed lanciata da Donald Trump nel 2020
che ha per esempio destinato 4.1 miliardi di dollari a Moderna.
Corbevax è stato autorizzato in India alla fine dello scorso anno: prototipizzato al Texas Children’s CVD e al Baylor è stato poi reso liberamente disponibile, senza brevetti, all’azienda farmaceutica indiana BioE, Biological E. Limited, che potrà così produrlo fuori da diritti e distribuirlo nel paese. Il governo di Nuova Delhi ne ha già ordinate 300 milioni di dosi e il gruppo pensa di poterne preparare 100 milioni o più al mese da febbraio: 150 sono invece già pronte alla distribuzione. BioE ha anche in programma, come si legge su Scientific American in un articolo firmato dai suoi sviluppatori, di distribuirne un miliardo di dosi all’estero, nei prossimi mesi.
Potrebbe essere dunque questo nuovo vaccino, economico e (relativamente) semplice da produrre e da trasportare, la svolta per immunizzare il mondo, più di quanto non siano riuscite a fare le donazioni dei singoli paesi, dirette o sotto il cappello del programma Covax? Il prodotto è in effetti basato su tecnologie note da decenni: Corbevax è infatti realizzato attraverso la fermentazione microbica nel lievito, simile al processo utilizzato per produrre il vaccino ricombinante per l'epatite B che molti paesi poveri di risorse producono e impiegano. Insomma, è un vaccino tecnicamente definito a «sottounità proteica ricombinante», simile al Novavax da poco autorizzato dall’Agenzia europea per i medicinali che avevamo analizzato qui nel dettaglio.
Questa sua semplicità di produzione, stoccaggio e distribuzione consentirebbe in teoria (e per quanto riguarda l'India, già in pratica) la produzione locale di vaccini Covid simili a Corbevax nei paesi a basso o medio reddito. Oltre all’India il Texas Children's CVD e Baylor hanno già concesso in licenza la tecnologia ad aziende in Indonesia e Bangladesh e l'hanno autorizzata per la produzione in paesi africani come il Botswana. «Tale tecnologia per i vaccini e accordi di licenza, insieme ai partner di co-sviluppo, rappresentano l'esempio ideale di come i vaccini Covid possano e dovrebbero essere prodotti localmente e ampiamente nei paesi del Sud del mondo» spiegano
gli sviluppatori su Scientific American.
Alle spalle dello sviluppo del nuovo vaccino c’è la microbiologa italo-onduregna Maria Elena Bottazzi, co-direttrice del Centro per lo Sviluppo di Vaccini del Texas Children's Hospital nata 56 anni fa a Genova e cresciuta in Honduras: «I vaccini a base di proteine sono stati ampiamente utilizzati per prevenire molte altre malattie hanno un comprovato record di sicurezza e utilizzano economie di scala per ottenere una disponibilità a basso costo in tutto il mondo» ha aggiunto la docente e preside associato della National School of Tropical Medicine alla Baylor. Il vaccino è stato sviluppato insieme al collega Peter J. Hotez, virologo e condirettore dell'istituto texano.
Il prodotto sfoggerebbe un eccellente profilo di sicurezza, proprio come il vaccino contro l’epatite B e, nello studio di fase 3 condotto in India avrebbe scatenato effetti collaterali davvero molto blandi. Se confrontato con il vaccino AstraZeneca prodotto dal Serum Institute indiano, Corbevax – che include anche l’adiuvante CpG 1018 di Dynavax Technologies con allume oltre a una porzione di proteina Spike ricavata dal recettore sulla superficie del virus – avrebbe anche prodotto nelle persone che lo hanno ricevuto un più elevato titolo di anticorpi neutralizzanti contro le varianti Beta e Delta di Sars-CoV-2. I dati relativi a Omicron sarebbero ancora in fase di indagine. Occorre usare il condizionale perché tutti i dati sono in fase di preparazione per essere sottoposti a una rivista specializzata peer-reviewed. E in India sarebbero anche in corso test clinici sui bambini.
Secondo due studi clinici di fase III su oltre 3mila soggetti, i cui risultati sono ancora da pubblicare, il vaccino avrebbe un'efficacia superiore al 90% rispetto al coronavirus originario di Wuhan e superiore all'80% per la mutazione Delta, come segnala un comunicato del Texas Children's Hospital. «Ora stiamo confermando l'adeguatezza in relazione alla variante Omicron, ma crediamo che manterrà una buona protezione» ha spiegato Bottazzi al quotidiano El País.
Ma è forse il caso di raffreddare gli entusiasmi, almeno per ora: molti esperti hanno criticato queste percentuali per il basso numero di soggetti coinvolti, per la mancanza di dati su Omicron e per il fatto che gli altri, quelli su Beta e Delta, non sono stati pubblicati: Joseph Osmundson, un virologo della New York University, ha per esempio criticato le speranze riposte su Corbevax proprio in virtù della mancanza di dati clinici di fase III.
James Krellenstein, co-fondatore dell'organizzazione per l'equità sanitaria PrEP4All, ha invece osservato al Washington Post che, a differenza del Texas Children's Hospital, l’indiana Biological E. ha un interesse finanziario nel vaccino. «Forse questo vaccino sarà fantastico. Forse non lo sarà - ha detto - ma la scienza, soprattutto quando riguarda la salute pubblica, si basa sull'analisi obiettiva dei dati aperti, non fidandosi della parola di un produttore di vaccini con un interesse acquisito nel prodotto sottostante». Il percorso di Corbevax è ancora lungo.
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Blocchiamo la Non Riforma Moratti Fontana
C'è una petizione per chiedere al ministro di respingere la riforma Moratti della sanità
L'iniziativa di "coordinamento lombardo per il diritto alla salute, campagna Dico 32"
Una petizione popolare per dire no alla riforma della sanità firmata dall'assessore al welfare, Letizia Moratti. A lanciare la raccolta firme - che in due giorni ha raccolto 7mila adesioni - è stato "coordinamento lombardo per il diritto alla salute - campagna Dico 32", a cui aderiscono 57 associazioni e organizzazioni lombarde, che hanno organizzato numerose manifestazioni nei mesi scorsi e nel corso del dibattito in consiglio regionale.
“Il riscontro immediato che abbiamo avuto con la nostra petizione ci conferma nella fondatezza delle nostre richieste e delle nostre preoccupazioni sul futuro della sanità lombarda e sul diritto alla salute dei cittadini, soprattutto delle fasce più deboli e svantaggiate: chiediamo che il ministro Speranza restituisca al mittente la legge regionale sulla cosiddetta riforma sanitaria Moratti Fontana, in quanto in contrasto con le richieste dello stesso ministro fatte tramite Agenas", hanno dichiarato Marco Caldiroli e Angelo Barbato a nome del coordinamento.
“La sanità lombarda - hanno sottolineato - necessita da anni di una revisione profonda, per le ragioni da tempo denunciate, e che la pandemia ha fatto esplodere, con gravi conseguenze che tutti stiamo pagando. È arrivato il momento: se non ora, quando? Chiediamo che il ministero e il governo ascoltino le richieste delle associazioni e dei cittadini e intervengano per bloccare la legge e per disporne una revisione sostanziale: occorre ribaltare il modello proposto, che penalizza gravemente le fasce più deboli della popolazione i redditi più bassi”.
FIRMA QUI
Le proposte del coordinamento sono state inviate: "Un forte governo pubblico della sanità con una chiara programmazione, la medicina territoriale organizzata in bacini d’utenza limitati per rispondere in modo mirato ai problemi di salute dando priorità alla prevenzione della malattia e garantendo la partecipazione della cittadinanza, le case e gli ospedali di comunità devono essere esclusivamente pubblici e finalizzati a risultati reali di salute e non su utili economici, le liste d’attesa devono essere trasparenti e il loro contenimento un obiettivo primario anche attraverso l’assunzione straordinaria di personale presso le strutture pubbliche, la libera professione all’interno delle strutture pubbliche va eliminata; le Rsa devono essere parte integrante del servizio sanitario nazionale",
hanno ricostruito dal gruppo in una nota.
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