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sabato 18 febbraio 2012

Farmaci di uso comune hanno effetti collaterali

 

 

 

 

Farmaci di uso comune hanno

 “effetti collaterali”

 anche sulla psiche



Quanti sono a conoscenza che la maggior parte dei farmaci di uso comune hanno “effetti collaterali” non solo sul corpo ma anche sulla psiche?Siamo così deresponsabilizzati e svuotati interiormente che oltre a delegare quotidianamente ai medici la nostra salute (con i risultati che ben sappiamo), non chiediamo neppure informazioni e delucidazioni sui pericoli e gli effetti controindicati dei medicinali che ci vengono prescritti. Ovviamente non è pensabile che un Medico, dall’alto della sua conoscenza, possa prescriverci un prodotto pericoloso per la salute.Purtroppo NON esistono in commercio farmaci privi di effetti collaterali anche seri e le statistiche sulla mortalità parlano chiaro: le cause iatrogene (dovute a errori medici) sono una delle prime tre cause di morte nel mondo, assieme al cancro e alle malattie cardiovascolari!
La ricerca statistica (basata su lavori scientifici) pubblicata nel 2003, dal titolo inequivocabile: “Death Medicine”, denuncia negli Stati Uniti le seguenti cifre:
- “Reazioni avverse da farmaci in ospedale” provocano ogni anno 106.000 morti;
- “Reazioni da farmaci non in ospedale” –> 199.000 morti;
- “Gli errori medici” –> 98.000 morti.
Le reazioni avverse di farmaci prescritti da dottori, provocano (negli Stati Uniti) oltre 300.000 morti ogni anno!
Quando andiamo a “farci guarire” dal dottore, invece di ringraziarlo con reverenza per il tempo dedicatoci, uscendo soddisfatti dallo studio stringendo nelle mani ricette miracolose, impariamo a fare domande e a pretendere soprattutto delle risposte, perché questo ci potrebbe salvare la vita.Per capire qual è la situazione oggi, ecco qualche esempio estrapolato dal libro del dottor Andrew Weil: “Dal cioccolato alla morfina: tutto quello che c’è da sapere sulle sostanza che alterano la mente”, ed. Arcana.
Stampate e portate al vostro medico di base…


Antistaminici

Alcune reazioni allergiche vengono mediate da una sostanza endogena denominata istamina che influisce in modo rilevante su nervi, vasi sanguigni e altri tessuti. Nel tentativo di eliminare i sintomi allergici, i farmacologi hanno creato numerosi farmaci sintetici per bloccare l’azione dell’istamina. Sono molti gli antistaminici attualmente disponibili; in dosaggi elevati vengono prescritti dal medico, ma in dosi ridotte sono venduti come farmaci da banco: alcuni dei più diffusi sono la difenidramina (Benadryl), la clorfeniramina (Teldrin, Chlor Trimeton), la bromfeniramina (Dimetane), la desclorfeniramina (Polaramine), la tripelennamina (PßZ, Piribenzamina), la tripolidina (Actidil), la prometazina (Fenergan), la pirilamina e la doxilamina.

Gli antistaminici sono dei farmaci forti che influiscono su vari apparati dell’organismo, ma spesso non sono così efficaci nell’azione che dovrebbero svolgere: contrastare l’istamina ed eliminare le allergie. Il sistema nervoso centrale è particolarmente sensibile agli antistaminici. Questi farmaci provocano spesso delle profonde alterazioni dello stato d’animo, e non in meglio: rendono depressi, acidi, apatici e incapaci di ragionare in modo chiaro. Alcuni di essi sono chimicamente affini ai tranquillanti forti (come la Torazina ) e producono effetti analoghi sull’umore. La sedazione a cui danno luogo gli antistaminici potrebbe interferire nella guida di autoveicoli o in altre attività che richiedono concentrazione, capacità di ragionamento e buoni riflessi. Tali effetti si intensificano con l’uso contemporaneo di alcol e altri sedativi. Di recente sono stati prodotti degli antistaminici che non entrano nel cervello: il più noto è la terfenadina (Seldane). Non causa sedazione e depressione, ma spesso dà mal di testa e altri effetti collaterali sgradevoli e inoltre è molto più costoso dei vecchi antistaminici.Nonostante la tendenza a mettere il consumatore di cattivo umore, gli antistaminici sono tra i farmaci più consumati in assoluto: né i medici né i pazienti li vedono come sostanze psicotrope. Inoltre, gli antistaminici sono ingredienti comuni di molti preparati da banco, come i farmaci per il raffreddore e sonniferi; a volte vengono addirittura spediti per corrispondenza come campioni gratuiti. Chiunque soffra di depressione cronica e letargia dovrebbe accertarsi che non sta consumando queste sostanze chimiche sotto qualche forma. Chi soffre di allergia dovrebbe poi sapere che i sintomi allergici spesso rispondono a terapie non farmacologiche, come cambiamenti di dieta e stato d’animo: in questo modo si può interamente evitare l’assunzione di antistaminici.Alcuni farmaci di questa categoria sono usati specificamente per prevenire il mal d’auto. Il dimenidrinato (Dramamine) è il più noto di questi. Come i suoi farmaci affini, dà spesso sonnolenza e uno stato d’animo sgradevole.Per quanto sia strano, esiste un antistaminico che viene utilizzato da alcune persone, soprattutto tossicodipendenti, per sballarsi: è la tripelennamina, venduta con i nomi commerciali di PBZ e Piribenzamina. (…)Un’assunzione di antistaminici in dosi elevate o per lunghi periodi appare dissennata. Questi farmaci, invero, producono tossicità nel corpo e nessuno dovrebbe perdere più tempo del necessario con lo stato d’animo che producono.


Corticosteroidi (cortisone e affini)

Oltre a produrre l’adrenalina, le ghiandole surrenali secernono altri ormoni che controllano il metabolismo e la chimica corporea: questo gruppo di ormoni proviene dallo strato esterno della ghiandola, o corteccia, e quello principale viene pertanto denominato cortisone. Il cortisone e le sue sostanze affini hanno tutti una struttura molecolare caratteristica denominata nucleo steroide (che condividono con gli ormoni sessuali maschili e femminili descritti più avanti in questo capitolo). La farmacologia ha ormai imparato a produrre numerosi medicinali semisintetici con questa stessa struttura, a partire dal materiali grezzi che si trovano in certe piante. Come gruppo, questi farmaci si chiamano corticosteroidi, o semplicemente steroidi: sia quelli endogeni, sia quelli prodotti dall’uomo.Uno degli effetti più manifesti dei corticosteroidi è quello di ridurre l’infiammazione e alcune reazioni allergiche, come le eruzioni cutanee. In alcuni nuovi steroidi creati in laboratorio dalla farmacologia tale azione è stata portata al livello massimo. (…)I medici prescrivono spesso gli steroidi anche per uso sistemico, cioè per essere assunti internamente. Esistono delle indicazioni chiare per questo utilizzo, ma dato che gli steroidi sembrano avere quasi dei poteri magici, i medici tendono a prescriverli in modo eccessivo, a volte somministrandoli per casi blandi come irritazioni da edera del diavolo o da pannolini, mal di schiena e altre patologie non abbastanza gravi da legittimarne l’uso.Il problema è che l’utile proprietà antinfiammatoria degli steroidi costituisce solo una delle varie azioni di questi potenti ormoni: anzi, anche a dosi moderate gli steroidi sistemici possono sconvolgere in modo drastico l’equilibrio chimico dell’organismo e dare luogo a grave tossicità, fino al decesso. Possono inoltre arrestare la produzione da parte del corpo dei suoi stessi steroidi e le conseguenze possono essere: aumento di suscettibilità, ma anche stress e infezione.

Gli effetti collaterali negativi degli steroidi sono ben noti ai medici, ma poca attenzione viene prestata alla loro psicoattività. Questi farmaci possono dar luogo a euforia estrema, simile alla fase maniaca della psicosi maniaco-depressiva: in questi casi, la capacità di giudizio può essere fortemente limitata e il comportamento può farsi irregolare e illogico. Con l’uso continuato, questa euforia iniziale può trasformarsi in intensa depressione. Gli steroidi possono rendere psicotici alcuni individui o far venire loro manie suicide. Non tutti coloro i quali assumono steroidi sistemicamente hanno queste gravi reazioni, ma probabilmente molti subiscono dei sottili cambiamenti d’umore: nervosismo, insonnia, depressione e altre alterazioni mentali a lungo andare diventano comuni. Chi ha già avuto problemi psichiatrici dovrebbe essere cauto nel prendere gli steroidi. Tutti, nondimeno, dovrebbero poi sapere che questi composti sono tra i farmaci più forti che si conoscano e andrebbero quindi circoscritti alla cura di malattie davvero gravi.


Farmaci gastrointestinali

Uno dei farmaci più diffusi per la terapia dei crampi intestinali e della diarrea è il Lomotil, una combinazione di un oppiaceo denominato difenoxilaio e di atropina, uno degli elementi costituenti delle solanacee: entrambe riducono il movimento degli intestini paralizzando i nervi che li controllano. Il difenoxilato è una sostanza chimica strettamente imparentata con la meperidina (Demerol), uno dei narcotici medici più forti. Analogamente al suo parente, il difenoxilato può determinare la depressione del sistema nervoso, che può essere intensificata dall’uso simultaneo di altri sedativi; può anche dare euforia e dipendenza. Molti pazienti che assumono il Lomotil per problemi intestinali avvertono degli effetti narcotici sull’umore, ma non hanno minimamente idea del fatto che stanno prendendo un oppiaceo.L’atropina in sé ha psicoattività limitata a basse dosi: quasi tutti la trovano sgradevole a dosi elevate. Alcuni farmaci di combinazione mescolano l’atropina con altri derivati delle solanacee, compresa la scopolamina: il principale principio psicotropo della famiglia delle solanacee. Il Donnatal è un esempio di tale miscela che include altresì del fenobarbital come sedativo. I medici somministrano spesso questi farmaci ai pazienti, soprattutto a chi soffre di ulcera, crampi gastrointestinali e disturbi urinari. E’ raro che medici o pazienti considerino il potenziale di queste terapie nell’alterare stato d’animo e pensiero, ma, come rilevato nel capitolo sui deliranti, i farmaci derivati dalle solanacee possono influenzare profondamente il cervello. L’effetto psicotropo che viene notato più facilmente è con ogni probabilità il torpore, anche se nel tempo o ad alte dosi possono causare cambiamenti ben più bizzarri.


Broncodilatatori

I broncodilatatori sono farmaci che aprono le vie aeree nell’apparato respiratorio. Sono molto prescritti, sotto forma di compresse e spray da inalazione a pazienti con asma per alleviare il respiro affannoso e la difficoltà di respirare, caratteristiche della malattia. Gran parte di questi farmaci agiscono stimolando il sistema nervoso simpatico, che regola le pareti muscolari dei tubi bronchiali: di conseguenza, oltre all’effetto voluto, di norma provocano eccitazione, ansia, irrequietezza e insonnia. Il paziente non gradisce questi effetti collaterali, ma se vuole respirare non ha alternativa a tali farmaci.Un altro problema dei broncodilatatori stimolanti è la loro forte predisposizione a causare la dipendenza: quando l’effetto di una dose svanisce, la costrizione bronchiale aumenta in reazione al farmaco, rendendo necessarie altre dosi. Gli asmatici inalano spesso i broncodilatatori durante tutto il giorno, oltre a prenderli regolarmente per via orale: tale frequenza d’uso accresce i rischi di assuefazione e cambiamento d’umore.Uno dei farmaci più ampiamente prescritto in questa categoria, la teofillina, viene tenuto sotto attento esame come possibile causa di comportamenti violenti e singolari. La teofillina è il principio attivo del tè ed è un parente stretto della caffeina. Per molti anni molti asmatici hanno ingerito grosse dosi giornaliere di questo stimolante, che un tempo veniva considerato un farmaco sicuro ed efficace. Ora, invece, è sempre più comprovato che tale sostanza può produrre cambiamenti comportamentali seri, di conseguenza i suoi giorni d’uso nella terapia medica stanno per finire.


Analgesici “blandi”

I farmacologi non sono riusciti a produrre degli analgesici (antidolorifici) di forza media per colmare il divario tra aspirina e morfina. Ci hanno fornito molti derivati degli oppiacei che, a loro giudizio, sono più efficaci dell’aspirina, ma più sicuri e meno capaci di dare dipendenza rispetto alla morfina. Se tali farmaci sono efficaci nel controllare il dolore, tuttavia, esercitano sempre una forte attrattiva sugli oppiomani ed è quindi verosimile che portino alla dipendenza.Uno di questi farmaci è il propossifene (Darvon), un analgesico da prescrizione ampiamente utilizzato negli ultimi anni. A volte, per aumentarne l’efficacia, viene combinato con aspirina e caffeina. Malgrado le dichiarazioni dei suoi entusiasti produttori, gran parte dei medici e dei pazienti hanno riscontrato che il Darvon non è poi molto più valido dell’aspirina: anzi, alcuni ritengono persino che quando tale sostanza viene mescolata con l’aspirina, sia quest’ultima a svolgere la maggior parte del lavoro. Inoltre il potenziale di abuso del Darvon è analogo a quello degli analgesici narcotici forti. C’è voluto del tempo perché i medici riconoscessero l’esistenza dell’abuso di Darvon, ma adesso la conoscono bene e sono molto più cauti nel somministrarlo.Oltre ai farmaci di queste categorie, molti altri medicinali da prescrizione hanno effetti psicotropi, malgrado medici, farmacologi e produttori non li riconoscano. A volte questi affetti si manifestano in molti pazienti che assumono il farmaco, a volte invece solo in pochi. Se si comincia una terapia di farmaci prescritti dal medico e si prova sonnolenza, depressione, stati di ebbrezza, sogni insoliti e altri cambiamenti umorali che non si riescono a spiegare altrimenti, il responsabile di questi disturbi potrebbe essere proprio il farmaco. Per provarlo occorrerebbe sospenderne l’assunzione e, dopo un certo intervallo, ricominciare per vedere se esiste una relazione tra questo e i sintomi.


PREPARATI DA BANCO



Sciroppi per la tosse

Gli sciroppi per la tosse da banco sono di varia composizione. Alcuni non contengono alcuna sostanza manifestamente psicotropa. Altri hanno invece noti sedativi come alcol e cloroformio, stimolanti come la pseudoefedrina, antistaminici o derivati degli oppiacei considerati come non narcotici. A volte chi cerca disperatamente un po’di droga e non riesce ad avere nulla di meglio, arriva a consumare grosse dosi di questi preparati tentando di sballarsi.Il principale sedativo da banco della tosse è una sostanza denominata destrometorfano, un parente della codeina che calma il nucleo della tosse, ma che in teoria non produce euforia, dipendenza o altri effetti caratteristici dei narcotici. Alcuni, tuttavia, la assumono proprio per inebriarsi. Si trova nello sciroppo Robitussin e nelle compresse per il raffreddore Coricidin (red devils, triple-Cs), ma può essere venduto anche sul mercato di strada in forma pura come destrometorfano (DXM). I consumatori ne assumono grandi quantità per ottenere uno stato da zombie chiamato dexing o robotripping. Il potenziale di assuefazione e i danni medici prodotti da un uso eccessivo di destrometorfano sono ancora ignoti.
Farmaci per il raffreddore
Una larga percentuale nella vendita dei farmaci da banco è rappresentata da capsule e compresse per alleviare i sintomi del raffreddore. Come per gli sciroppi per la tosse, i farmaci per il raffreddore sono un miscuglio di formule di varia efficacia. Gli ingredienti comuni sono: antistaminici, aspirina e altri analgesici, medicinali derivati dalle solanacee per asciugare la secrezione eccessiva nel naso e in gola, caffeina e pseudoefedrina o sinefrina per compensare gli effetti sedativi degli altri ingredienti. Di norma queste miscele sono confezionate in compresse multicolori e capsule sgargianti perché appaiano esotiche ed efficaci. E’ poi opinabile se influiscano sul corso del raffreddore o ne riducano considerevolmente i sintomi.Quel che è certo è che i farmaci da banco per il raffreddore possono influire sull’umore, di solito in modo spiacevole. Metodi alternativi per la cura del raffreddore, e quindi per evitare tali problemi, sono un bagno caldo, bere liquidi, mangiare di meno, riposare di più e diminuire stress e stimolazione.
Decongestionanti nasali
Uno degli effetti fisici degli stimolanti è quello di contrarre i vasi sanguigni nel naso e nei seni. Tale costrizione restringe questi tessuti, consentendo all’aria di passare liberamente. L’effetto è temporaneo e, quando l’effetto stimolante svanisce, di solito viene seguito da una reazione opposta detta “rimbalzo”, nella quale i passaggi nasali diventano più bloccati di prima. Si tratta di un modello analogo a quello che si verifica con i farmaci broncodilatatori descritti in precedenza.I primi inalanti nasali contenevano delle strisce di carta impregnate dianfetamina. Chi li assumeva provava una stimolazione generica: qualcuno provava ebbrezza, altri ne diventavano dipendenti. Alcuni, poi, aprivano addirittura il contenitore per estrarne l’anfetamina e assumerla in altri modi. Alla fine i produttori smisero di utilizzare l’anfetamina per gli inalanti nasali e la sostituirono con altre sostanze, in teoria meno stimolanti e con meno capacità di dare assuefazione.Oggi gli inalanti e gli spray da banco per sbloccare il naso chiuso non sono considerati psicotropi: alcuni inalanti non contengono droghe ma solo sostanze aromatiche come il mentolo. Possono essere piacevoli da usare, ma non sono affatto efficaci come le sostanze chimiche che costringono i vasi sanguigni. Indubbiamente gli spray e gli inalanti che invece contengono droghe funzionano nel breve termine, ma, malgrado i produttori sostengano il contrario, sono tuttora stimolanti e danno spesso dipendenza.Non tutti provano una sensazione di stimolazione generica da questi prodotti, ma solo coloro che arrivano a farne uso abitualmente. Probabilmente un rischio maggiore di dipendenza sorge dalla natura temporanea del sollievo che danno: se si continua a usarli per far fronte al “rimbalzo” che segue alla dose iniziale, in breve non si riuscirà più a respirare senza. I preparati ad azione più lunga possono essere più sicuri, da questo punto di vista.Sono disponibili anche alcune forme di decongestionanti orali, per esempio la pseudoefedrina (Sudafed), un parente stretto dell’efedrina stimolante naturale: questa viene immessa in bocca e non nel naso, quindi è meno probabile che causi il “rimbalzo” e la conseguente dipendenza, ma per alcuni consumatori, e ad alte dosi, risulta decisamente stimolante. Anche la sinefrina, un prodotto ricavato dall’arancia amara, è stimolante.
Inibitori dell’appetito
Abbiamo già menzionato queste forme orali di stimolanti. Fino a poco tempo fa contenevano efedrina, a volte associata a caffeina, e vengono confezionati o denominati in modo da sembrare anfetamina.

Uppers da banco
La caffeina pura viene venduta in molte farmacie (per molto più di ciò che vale) con forme fuorvianti che sembrano alludere a potenti anfetamine: per esempio, un prodotto denominato Caffedrine, venduto in capsule grigio-bianche a rilascio graduale e che ha lo stesso aspetto del Dexamyl farmaceutico. Sicuramente chi lo compra lo rivenderà poi sul mercato illegale come Dexamyl ad acquirenti ignari. Prodotti meno recenti e ingannevoli sono il Vivarin, e il NoDoz, sotto forma di semplici compresse bianche. Se questi prodotti risultano più efficaci del caffè o del tè è solo perché la gente ha fiducia nelle pillole.

Downers da banco
Nelle farmacie è disponibile anche tutta una gamma di prodotti che favoriscono il sonno di notte (Nytol, Sominex, Unisom). Vengono diffusamente prescritti come sostituti da banco dei più forti tranquillanti minori e dei sonniferi. Tutti contengono antistaminici: di norma difenidramina (Benedryl), pirilamina o doxilarnina. Come già rilevato, queste sostanze non sono innocue e tendono a influire sulle funzioni mentali in modo sgradevole: danno sonnolenza, ma possono produrre anche depressione e possono dare assuefazione.Noi siamo favorevoli a rimedi meno tossici per l’insonnia: per esempio fare più esercizio fisico durante il giorno, diminuire l’uso degli stimolanti, soprattutto di sera (ricordate di leggere le informazioni di ogni analgesico, pasticca per il raffreddore e altri medicinali per vedere se contengono caffeina o stimolanti vari), tecniche di rilassamento, bagni caldi e semplici integratori alimentari come compresse di calcio e magnesio: molti trovano rilassanti, se prese prima di andare a letto.
Analgesici
Gli antidolorifici non narcotici non influiscono direttamente sul cervello, tuttavia possono cambiare considerevolmente lo stato d’animo riducendo il fastidio e quindi tendenza a dare assuefazione. Gli analgesici da banco ordinari, come l’aspirina e l’acetaminofene (Tilenol), sono medicinali efficaci per un uso occasionale, ma quando il dolore persiste occorrerebbe cercare di identificare e curare le cause, piuttosto che fare affidamento su questi farmaci. Alcuni composti analgesici contengono unicamente caffeina per l’effetto stimolante e di tonico dell’umore.I farmaci analgesici, chiamati in passato anche analgetici, o, più comunemente, antidolorifici, sono farmaci usati per alleviare il dolore. L’azione analgesica può essere raggiunta mediante la cura delle cause scatenanti il dolore, se sono chiaramente definite, o mediante la manipolazione della conduzione nervosa dello stimolo doloroso.Circa vent’anni fa l’OMS ha proposto una suddivisione dell’intensità del dolore oncologico utilizzando la scala analogica visiva(1) associando diverse categorie di analgesici a specifici intervalli di valori; questa suddivisione è stata poi ripresa per il dolore muscolo-scheletrico ed è la seguente:
dolore lieve: scala VAS 1-3; suggeriti i FANS
dolore moderato: scala VAS 4-6; suggeriti oppiodi deboli, FANS e adiuvanti
dolore forte: scala VAS 7-10: oppiodi e adiuvanti.
Il dolore lieve o moderato, tipicamente di origine nocicettiva(2), è causato da traumi o infiammazione; è di solito reversibile e può essere controllato tramite misure che limitano o rimuovono gli eventi scatenanti. In questa categoria i farmaci più utilizzati sono i FANS. Questi farmaci limitano l’infiammazione nella zona colpita rallentando la biosintesi di mediatori chimici dell’infiammazione deputati alla trasduzione dello stimolo doloroso. I FANS hanno anche un effetto sul sistema nervoso centrale dove alcuni mediatori chimici pro-infiammatori provocano la febbre e regolano la percezione del dolore stesso. Per questo motivo i FANS trovano impiego non solo come analgesici antinfiammatori, ma anche come antifebbrili.Il dolore intenso, acuto o cronico, è spesso di origine neuropatica. È più difficile da gestire e richiede trattamenti che controllano il sistema di percezione del dolore che di solito non è funzionante oppure è danneggiato. In questo caso si cerca di aumentare la soglia del dolore, agendo a livello del sistema nervoso centrale, oppure si blocca la sua trasmissione attraverso i neuroni periferici verso la corteccia cerebrale.
I farmaci disponibili per la cura di questo dolore vengono suddivisi in
anestetici
oppiodi
inibitori del sistema nervoso centrale (detti anche adiuvanti).
Nel dolore cronico si intrecciano spesso componenti nocicettive e neuropatiche per cui si opta di solito per combinazioni di farmaci. I farmaci anestetici (generali o locali) agiscono inibendo la trasmissione nervosa dello stimolo doloroso e vengono usati per azioni localizzate (in alcune creme per esempio) o nell’anestesia generale. Per il dolore da moderato a intenso e nella terapia del dolore oncologico trovano vasto impiego i farmaci oppioidi i quali esplicano un’azione a livello del sistema dei recettori oppioidi nel sistema nervoso centrale, un importante centro di integrazione per la percezione del dolore. La terza sottocategoria è quella degli adiuvanti e comprende farmaci che provocano una depressione generica del sistema nervoso centrale e tra questi rientrano gli ansiolitici come i barbiturici, l’etanolo e gli antipsicotici. In alcuni casi, come per esempio nella fibromialgia, l’utilizzo di farmaci adiuvanti è la prima scelta.In pazienti con una breve speranza di vita e con un dolore intenso si può procedere con procedure di neuroablazione tramite le quali si elimina la conduzione dello stimolo doloroso danneggiando i fasci nervosi responsabili.

fonte : http://amicidilupus.forumfree.it




. Corsi .

venerdì 10 febbraio 2012

CERVICALE




 nervi craniali



. Corsi .


CERVICALE


Problemi di stomaco? Può essere la cervicale! L’artrosi è una malattia che comporta una sofferenza di tipo degenerativo - che cioè peggiora con il trascorrere degli anni e con l’avanzare dell’età . Le cartilagini che ricoprono le articolazioni si logorano, i legamenti e le capsule che ricoprono le giunture ( spalle, polsi, gomiti, anche, ginocchia e caviglie ) si ispessiscono e si induriscono.

Uno dei punti che per primo accusa sofferenze è la colonna vertebrale. Tipica in questo caso, è la localizzazione cervicale (interessa, cioè, le articolazioni poste fra le vertebre del collo ) con la presenza di sintomi anche neurologici come radicoliti e nevriti: tutte espressioni dello stiramento, dell’irritazione e della compressione dei tronchi nervosi che escono dal midollo spinale, tra una vertebra e l’altra.

Si può a questo punto fare menzione ad un nervo particolare: il nervo vago.
Il nervo vago è il decimo, il più lungo, il più ramificato dei nervi cranici è il principale componente della sezione parasimpatica del sistema nervoso autonomo. Il vago esce dal midollo allungato, attraversa il collo e il torace, raggiunge l’addome e invia rami alla maggior parte degli organi del corpo umano ( la laringe e la faringe, la trachea, i polmoni, il cuore e buona parte dell’apparato digerente).

Il nervo vago esercita la sua azione liberando una sostanza particolare chiamata acetilcolina che determina il restringimento dei bronchi e il rallentamento della frequenza cardiaca. Inoltre stimola la produzione dell’acido gastrico, l’attività della colecisti e la peristalsi, cioè i movimenti compiuti dallo stomaco e dall’intestino durante la digestione.

Quando la funzionalità del nervo vago viene in qualche modo compromessa dalla presenza di un processo degenerativo articolare, come per esempio l’artrosi cervicale, può determinarsi una serie di sintomi che coinvolgono tutti i principali organi del corpo e che sembrano avere poco a che fare con una malattia delle articolazioni quale l’artrosi.

Ecco i sintomi imputabili al nervo vago

NAUSEA.
E’ un disturbo tipico connesso alla degenerazione artrosica della cervicale che colpisce spesso al mattino, appena svegli, e sembra più frequente durante i cambi di stagione, quando i disturbi come l’artrosi si fanno più frequenti e incalzanti. Non è connesso all’assunzione di cibo, anzi, in questi casi l’appetito non viene compromesso. Si associa spesso a salivazione abbondante ( il vago stimola la produzione di saliva ) e a un senso di oppressione alla nuca e alle orbite intorno agli occhi ( perioculari ).

ACIDITA’ DI STOMACO.
Bruciori di stomaco e rigurgiti acidi sono spesso associati alla nausea e dipendono dall’aumento della produzione di acido gastrico da parte del vago.

ROSSORI IN VISO.
Sono quasi sempre connessi alla sensazione di nausea e vengono originati dalla stimolazione del nervo vago causata da una compressione delle vertebre e delle articolazioni a livello cervicale.

CRAMPI.
I crampi del cardias ( la cosiddetta bocca dello stomaco ) e del piloro ( l’apertura che mette in comunicazione lo stomaco con l’intestino tenue ) sono da ricollegarsi all’aumentata attività del vago e anche della sua compromissione a livello cervicale.

TACHICARDIA.
Il vago innerva il cuore e, se stimolato eccessivamente, può dar luogo a un aumento dei battiti che si traducono in una frequenza cardiaca superiore ai cento battiti al minuto.

DISTURBI DELLA DEGLUTIZIONE.
Il fastidioso senso di "gola chiusa" deriva sempre dall’infiammazione del vago che innerva organi come la faringe e la trachea. Questo disturbo, insieme ai ronzii auricolari, alle vertigini e ai dolori alla nuca, è indice della cosiddetta sindrome di Neri, Barrè e Lioeu ( dal nome dei tre medici che per primi la identificarono ) tipica nell’artrosi cervicale.

DOLORE E RIGIDITA’ DEL COLLO.
Il collo è la prima zona interessata dal processo degenerativo delle vertebre cervicali. Il dolore spesso impedisce una corretta mobilità della testa e rende rigide e contratte le articolazioni.

MAL DI TESTA.
In realtà si tratta di dolore alle orbite perioculari e alla sommità del capo, ma viene più comunemente definito come "mal di testa", tipico dell’artrosi cervicale. Va e viene, spesso scompare mangiando, ma può peggiorare per un qualsiasi movimento brusco del capo, e si concentra intorno agli occhi e nella parte più alta della testa.

DISTURBI ALLE BRACCIA E ALLE SPALLE.
Sono dolori irradiati, brucianti o che colpiscono la parte come trafitture. Qualche volta si localizzano anche sotto l’ascella e raggiungono le mani ( si parla allora di cervicobrachialgie ), determinando anche debolezza nello stringere la mano.

PROBLEMI ALLA VISTA.
Lo sdoppiamento della vista e gli scotomi (lucciole, scintille o oscuramento parziale del campo visivo ) sono fenomeni causati dalla compressione dei vasi sanguigni che, attraverso le vertebre cervicali, raggiungono il cervello.

FORMICOLII E INTORPIDIMENTO.
Anche questi disturbi sono collegati alla compressione di nervi della zona cervicale. Si fanno più frequenti soprattutto di notte o quando si sta fermi a lungo e tendono a scomparire con il movimento e praticando attività fisica.


VERTIGINI E GIRAMENTI DI TESTA.
Compaiono spesso quando si fa un movimento brusco o ci si china e poi ci si rialza all’improvviso e sono sempre provocati dalla compressione di nervi e vasi sanguigni a livello cervicale.

RIGIDITA’ MATTUTINA.
Per sua natura l’artrosi si manifesta con un senso di rigidità e di contrattura delle articolazioni, soprattutto al mattino. I disturbi tendono però a regredire spontaneamente con il movimento e la posizione eretta.
Il disturbo della cervicale colpisce quasi tutte le persone oltre i 50 anni.

5) In anatomia, il nervo vago detto anche pneumogastrio, è il X dei nervi encefalici e il più lungo di tutti. È un nervo misto, ossia ha fibre viscerali, sensitive ed elettriche. Esce dal cranio per il forame giugulare, fa parte del fascio vascolo-nervoso del collo insieme all'arteria carotide interna e alla vena giugulare, penetra nel torace dove, dopo breve percorso, lascia i grandi vasi e si anastomizza sull'esofago con il nervo controlaterale; qui i due nervi costituiscono un plesso che segue poi l'esofago, penetra nell'addome e dà origine a plessi terminali. Durante il suo percorso il nervo v. si dirama dando origine ai rami cervicali, destinati alla laringe e ad altri organi del collo; toracici, per polmoni, trachea, bronchi, esofago e cuore; addominali, per le vie biliari, duodeno e pancreas. Il nervo v. è di fondamentale importanza per gli organi essenziali alla vita, come il cuore, i polmoni e i visceri intestinali.





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sabato 4 febbraio 2012

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